Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     — Era tanto bravo e tanto buono! —
     Lo Janarelli sembra dormire. Solo attorno alla bocca c'è una grossa rosa di sangue. L'altro è un richiamato dell'84. Una scheggia gli ha spezzato il cranio.
     Una riga rossa gli divide a metà la faccia. I feriti sono nove, dei quali tre gravissimi e due disperati.
     — Zappatori, in rango colle vanghette. —
     Gli zappatori si riuniscono coi loro strumenti. Adagiano i morti su barelle fatte con rami d'albero e sacchi e se ne vanno. Qui non si può fare un cimitero. Bisogna seppellire i caduti qua e là, nelle posizioni più riparate. L'emozione della compagnia è stata fugacissima. Ora si riprende il chiacchierio. Si fischierella. Si canta.
     Quando lo spettacolo della morte diventa abitudinario, non fa più impressione. Oggi, per la prima volta, ho corso pericolo di vita. Non ci penso.
     ...
     Dopo un mese mi lavo e mi pettino. Schampoing al marsala.
     ...
     Passa il tenente Francisco della 15a compagnia, il quale mi racconta:
     «Ieri sera gli austriaci hanno inscenato una dimostrazione antitaliana. Hanno cantato in coro il loro inno nazionale. Poi hanno gridato: «— Kicchirichi, kicchirichi! «Hanno aggiunto:
     «— Bersaglieri dell'11°, vi aspettiamo! — «Alla fine, una voce di ufficiale ha urlato al megafono:
     «— Italiani farabutti, lasciateci le nostre terre!»

     11 Ottobre.
     Meravigliosa mattinata di sole. Il secondo, il terzo, il quarto plotone della mia compagnia, levano le tende e si spostano per essere defilati dai tiri degli shrapnels. Noi restiamo al nostro posto. Passa un morto della 13a compagnia. Bombardamento di un'ora a shrapnel. Conversazione col capitano Buono.