Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     — Che cosa hai imparato oggi a scuola?
     — Niente.
     — Vuoi un poco di pagnotta?
     — Magnatela. —
     Radi borghesi.

     20 Gennaio.
     Incontro con Guido Podrecca. A Ronchi per gli alloggiamenti. Lungo la strada, poco prima di Ronchi, ce una tomba, che reca sulla croce: «Soldato sconosciuto». Vento freddo. Sole.

     21 Gennaio.
     Bora di Trieste. Freddo. Giornata insignificante: tempo di un «morale» pessimo. Parlottano. Il colonnello Beruto se n'è andato a comandare la Brigata Cremona. Lo ha sostituito il tenente colonnello Capanni, che ha mandato un vibrante saluto all'11° glorioso.

     26 Gennaio.
     Lavoro di trincea su Dolina Berg, quota 70, primo ciglione del Carso, sopra Selz. Il campo di battaglia. Impressionante ancora! Atterramento forzato di un nostro velivolo vicino a Doberdò. Croci con le corone di rosario appese. Rotoli di carta e cestini di vimini colla telaiatura di ferro. Morti isolati. Mucchi di cadaveri, appena ricoperti di sacchi a terra. Piedi che sporgono. Un teschio. Frammenti di ossa. «Pace, o fratelli» (14° fanteria). Ferraglie in quantità. Il mare. Laggiù, il campanile quadrato di Aquileja. Più in là un biancheggiare di case: Cervignano.

     27-28 Gennaio.
     Neve, freddo, noia infinita.
     Ordine, contrordine, disordine.

     30 Gennaio.
     I soldati che tornano dalla licenza parlano a bassa voce del bordello che «ci sta» in Italia, perché quei «quattro vecchietti» e le donne vogliono la pace. Va da sé, che gli ufficiali pensano... ad altro. A Roma, ciurlano nel manico. Governo dell'impotenza nazionale!