Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     1° Febbraio.
     Lanciatorpedini. Ho lasciato il mio plotone destinato a formare il 64° battaglione, probabilmente in Italia. Si è costituita una seconda sezione di lancia Bettica e me ne hanno offerto il comando. Esercitazioni al Poligono di Ronchi.

     9 Febbraio.
     Marcia alla trincea. In posizione. Notte di plenilunio.
     — Caporal maggiore, siamo tutti e due del '97.
     Uno venga nel mio ricovero. —

     10 Febbraio.
     È cessato il vento gelato. Mattinata di sole radioso. Anticipazione di primavera. Piccoli lavori al camminamento. Solito fuoco delle artiglierie. Solito passaggio di velivoli. Alcune delle loro granate sono cadute in pieno nelle loro trincee. Il tiro dell'artiglieria nemica continua ad essere molto irregolare ed altrettanto innocuo.

     11 Febbraio.
     Cannoneggiamento. Gli austriaci ci hanno tirato con le loro bombarde, ma senza far vittime. Pochi colpi. Scoppio solenne. Quando la bombarda cade, sembra un gatto con la coda in alto.

     12 Febbraio.
     Lavorai al «camminamento del morto» (austriaco). Sul cocuzzolo ci sono ancora una decina di cadaveri austriaci e due italiani, insepolti. Uno è senza testa. Pomeriggio di pioggia. Vento sciroccale. Il lago di Doberdò sgela. Reciproco concentramento vivacissimo di fuochi d'artiglieria.

     13 Febbraio.
     Il lago di Doberdò, tutto ricoperto di canne palustri, presenta l'aspetto miserevole di uno stagno, come il limitrofo «Pietra Rossa». I giornalisti che lo hanno trovato «pittoresco» l'hanno veramente visto? Violento fuoco. Qualche ferito. Un autoferito. Niente altro. Grande, tepido sole.