Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     18 Febbraio.
     Mi accorgo che è domenica, perché dinanzi al Comando del reggimento c'è messa. Pochi ascoltatori. Solito discorso. Pomeriggio di fuoco abbastanza vivace delle nostre artiglierie. Pomeriggio nubiloso. Le batterie austriache non hanno risposto che fiacchissimamente.

     19 Febbraio.
     Fame. Il cantiniere si è circondato di cavalli di Frisia, per evitare l'assalto dei bersaglieri alle gerle di pane. Stamani cielo grigio. Fuoco tambureggiante dei nostri cannoni e dei loro. Non ho potuto dormire, perché la terra sobbalzava e nell'aria era una vibrazione che scuoteva i nostri ripari sulle doline. Le bombarde sono bruciate. Sintomo.

     20 Febbraio.
     Ieri sera, sull'imbrunire, ho sparato il cannoncino lanciabombe. Le bombe sono cadute in piena trincea dei tedeschi. Soliti cannoneggiamenti, nostro e loro. Mattinata ventosa. Grande messa al Comando. Il tenente medico Scalpelli se ne va in un ospedaletto da campo oltre Isonzo. Era in prima linea dall'inizio della guerra.

     21 Febbraio.
     Lavorato gran parte della notte per la postazione di un cannoncino lanciabombe. Stamani, all'alba, ho dato il buon giorno ai tedeschi, con una bomba Excelsior tipo B, che è caduta in pieno nella loro trincea. Il puntino rosso di una sigaretta accesa si è spento e probabilmente anche il fumatore. Oggi ci hanno bombardato per parecchie ore di seguito. Le nostre perdite non sono gravi. Tra gli uomini fuori di combattimento ci sono due ufficiali, uno dei quali bombardiere. Ho aumentato la dose per la buona sera. Ho lanciato due bombe. Bersaglio. Giornata di sole. Le postazioni sono finite. Stanotte conto di dormire a lungo.