(segue) L'Italia nel gennaio del 1915
(25 gennaio 1915)
[Inizio scritto]
L'Austria accetterà il
fatto compiuto? Non lo credo
ma sarà un'altra guerra a
scartamento ridotto.
Finalmente c'è l'ultima
eventualità: è la nostra
la guerra al blocco
austro-tedesco
la guerra alla Germania.
È bene anzi polarizzare
il sentimento popolare contro la Germania.
Non spetta a noi dire in che
modo la diplomazia o il governo possono trovare il casus belli; noi
diciamo solo che non lo si deve trovare per strade oblique. Non è
escluso del resto che noi si possa creare un fatto compiuto
inesorabile; il fatto compiuto che porrà l'Italia al bivio
o
mortificarsi fino all'inverosimile
o scendere in armi.
Guerra alla Germania
perché
è nel nostro interesse di socialisti e di rivoluzionari di
fiaccare la Germania.
Concludendo
questa adunanza
deve chiedere la denunzia del trattato della Triplice come primo
passo alla mobilitazione ed alla guerra. Altrimenti se il trattato
vige ancora
voi avete già visto come lo si può tirare
da tutte le parti; prima ci vincolava ad intervenire a fianco
dell'Austria e della Germania
e fummo tacciati di traditori quando
venne dichiarata la neutralità; oggi esso prova che noi
abbiamo il dovere di rimanere neutrali. Dunque i trattati si
interpretano secondo la lettera
secondò lo spirito
secondo
la convenienza di coloro che debbono interpretarli. Necessita esigere
dunque la denuncia esplicita del trattato della Triplice; forse
questo può essere il casus belli. Noi non siamo diplomatici
ma è certo che se l'Italia denunciasse il trattato della
Triplice
la Germania ci chiederebbe spiegazioni; e se
contemporaneamente a questa denuncia ci fosse la mobilitazione contro
l'Austria e la Germania insieme
noi potremmo arrivare a quel punto
in cui la soluzione delle armi si imporrebbe. Per noi il casus belli
c'era magnifico e solenne: era quello costituito dalla violazione
della neutralità del Belgio; l'Italia doveva intervenire
allora in nome del diritto delle genti
in nome della sua stessa
sicurezza nazionale. Non ha potuto farlo perché era inerme
ma
noi siamo sempre in dovere ed in diritto di chiedere conto alla
monarchia italiana dei 18 miliardi da essa impiegati per le spese
militari dal '61 ad oggi.
(segue...)
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