(segue) «Verboten»
(28 febbraio 1915)
[Inizio scritto]

      I veri colpiti dall'ordinanza dell'on. Salandra siamo noi fascisti e lo sono — insieme con noi — tutti gli interventisti. I socialisti e i preti hanno potuto durante sette mesi fare in piccolo e in grande in pubblico e in privato la loro propaganda neutralista. Non ce ne rammarichiamo: constatiamo il fatto. Noi fascisti — invece — da appena un mese avevamo conquistato — affrontando il misoneismo le sassate e le ingiurie delle folle — la possibilità di diffondere le idee interventiste ed ecco venire un decreto che ci toglie tale possibilità che ci costringe al silenzio. Noi abbiamo dunque il diritto e il dovere di protestare contro l'ukase liberticida.
      Il quale — d'altronde — non gioverà affatto a realizzare la famosa «concordia nazionale». Se divisioni esistono nel paese esse permangono ci siano o no i comizi. I comizi potevano anzi dare modo a noi di illuminare le masse e ritrarle dall'errore funesto in cui sono mantenute da socialisti e da preti.
      Tale opera è ora frustrata dalle disposizioni di Salandra. Le ragioni addotte dall'on. Salandra per giustificare la sua precipitosa misura non reggono. I «fermenti della guerra civile» non si sopprimono col vietare i comizi. Incamminatosi su questa strada l'on. Salandra dove e quando si fermerà? Chi ci assicura che domani non si trovi pericoloso lo scrivere come si è trovato pericoloso il parlare? Chi ci assicura che limitato il diritto di riunione non verrà poi limitata o soppressa la libertà di stampa? Se la concordia nazionale è la risultante di un vasto e appassionato dibattito essa è solida e viva; ma se tale concordia è «coatta» cioè «determinata» dall'alto essa resisterà malamente o non resisterà affatto alle grandi e terribili prove di una guerra.
      Giova dire infine che il maggiore se non l'unico responsabile di questi fermenti di «guerra civile» serpeggianti nell'organismo nazionale è il governo dell'on. Salandra. L'inquietudine il disagio l'esasperazione diffusi dovunque sono il risultato di una politica di cui non si scorgono ancora le grandi linee direttive. L'on. Salandra ci ha gettato di quando in quando delle vuote frasi più o meno indovinate ma queste non bastano a tranquillizzare il paese. La neutralità dell'on. Salandra è «vigile e armata» ma è soprattutto «triplicista» ancora «triplicista» legata quindi agli imperi centrali.

(segue...)