«Parecchio»?
(7 marzo 1915)
La tesi del principe di Bülow
e di Giovanni Giolitti
quella del «parecchio»
torna ad
essere argomento di quotidiane dissertazioni sui giornali di Berlino
e di Francoforte. Il fatto è altamente sintomatico. L'opinione
pubblica tedesca consiglia all'Austria-Ungheria di non insistere in
un atteggiamento di negazione inflessibile dinanzi ad eventuali
trattative coll'Italia sulla base dei compensi territoriali. La
Vossische Zeitung
la Frankfurter Zeitung
il Lokal Anzeiger e molti
altri giornali accettano — sostituendosi all'opinione pubblica
austriaca
le cui recentissime manifestazioni furono inspirate da
criteri di intransigenza assoluta — l'idea di pacifici accordi
diplomatici fra Austria e Italia
mediatrice la Germania.
Nei primi accenni a tale
possibilità
la stampa tedesca — per non urtare le fiere
suscettibilità italofobe degli austriaci di Vienna — si
tenne sulle generali
ma ora scende al particolare e precisa e
determina l'entità dei compensi territoriali che dovrebbero
immobilizzare l'Italia nella neutralità sino all'epilogo della
guerra. Si sa — finalmente! — che cosa vale il misterioso
«parecchio» giolittiano
che ha fatto sobbalzare di gioia
e di speranza i cuori trepidi di tutti i neutralisti d'Italia. Si
tratta dell'«arcivescovado di Trento» e del «distretto
di Gorizia». Non soffermiamoci a rilevare la imprecisione del
termine ecclesiastico escogitato per definire la parte di Trentino
che dovrebbe essere ceduta all'Italia
constatiamo soltanto che il
«parecchio» giolittiano è una povera concessione
una vera elemosina umiliante e mortificante.
Può l'Italia accedere
all'idea di questi «compensi» territoriali? Può
l'Italia intavolare trattative su tale base? Assolutamente no. È
evidente che quand'anche le trattative approdassero al più
lauto dei profitti; è intuitivo che quand'anche il «parecchio»
diventasse il «tutto» e — se si vuole —
qualche cosa in più
l'impegno di mantenere la neutralità
sino alla fine della guerra potrebbe risolversi nella peggiore delle
catastrofi nazionali e quel governo che accettasse tale vincolo
potrebbe essere accusato e condannato per delitto di lesa patria.
(segue...)
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