(segue) «Parecchio?»
(7 marzo 1915)
[Inizio scritto]

      Se v'è a Roma qualcuno che medita questi mercati egli sta per commettere un delitto. È tempo che i governanti d'Italia ci dicano cosa pensano. Noi non siamo una nazione di minorenni. Noi abbiamo «diritto» di sapere. Il conte di Cavour non rimandava le discussioni di politica estera a... sei mesi come fa l'on. Salandra. Cavour non fu «neutrale». La partecipazione del piccolo Piemonte alla guerra di Crimea fu discussa pubblicamente ed ampiamente dal 3 al 10 febbraio del 1853 al parlamento subalpino e fu approvata con 101 voti favorevoli contro 60 a scrutinio aperto con 81 favorevoli contro 64 a scrutinio segreto. C'era — evidentemente — più «costituzionalismo» anche in materia di politica estera nel parlamento subalpino del 1853 che non nella camera a suffragio universale del 1915.
      Allora si discuteva e nel parlamento e nel paese; oggi si mette il bavaglio all'uno e all'altro. Allora non si concepiva un Piemonte neutrale in mezzo a una conflagrazione europea; oggi si vagheggia come una idealità somma un'Italia «neutrale» premiata con una mancia. Allora c'era Cavour oggi c'è Salandra. Il piccolo Piemonte sapeva combattere; la grande Italia preferisce «trattare»...
      7 marzo 1915.