Assoldati da Bülow
(9 aprile 1915)
Sino a ieri i dirigenti del
partito socialpanciafichista italiano considerarono il movimento
«fascista» come un episodio di nessuna importanza. Più
volte
dall'alto soglio delle cinquantottomila tessere prelevate
dalle sezioni nell'anno scorso
i compilatori dell'Avanti!
gratificarono del loro magnanimo disprezzo le «sparute
pattugliere» degli interventisti rivoluzionari. Essere dieci o
dodicimila dopo tre mesi di propaganda
che miseria! —
pensavano i duci della famosa «vasta tribù ecc. ecc.».
Adesso pare che le cose siano considerate da un punto di vista
diverso. Dopo le «lezioni» di Roma
di Milano
di Genova
Costantino Lazzari ha — novello Arlecchino — «sentito
rumore...». Il semplice annunzio della manifestazione nazionale
«fascista»
indetta per domenica prossima
ha allarmato
l'uomo che — se fosse giovane — aspetterebbe i
carabinieri in casa... prima di andare in caserma
e l'altro
microcefalo
esentato per la statura deficiente (come il cervello!)
da ogni obbligo di leva.
I due compari
assoldati —
moralmente — al principe di Bülow
hanno diramato una
comunicazione colla quale si invitano i socialisti e le
organizzazioni operaie a controdimostrare
domenica undici
per
paralizzare l'«ultimo sforzo» degli elementi
interventisti. Per ciò che riguarda le organizzazioni operaie
tirate in ballo — abusivamente — da Costantino Lazzari
rimandiamo il lettore alle dichiarazioni di Rinaldo Rigola
che
pubblichiamo in seconda pagina. Per il resto
vediamo.
La dichiarazione di Costantino
Lazzari comincia con una menzogna sfacciata. Questo signore non ha
evidentemente profittato della lezione del celebre «lodo».
Manifesta per la verità lo stesso odio che nutriva per la
regolarità contabile delle aziende socialiste. È un
incorreggibile. Ecco la prova. Lazzari svisa completamente il primo
dato di fatto della neutralità socialista. Nell'agosto scorso
socialisti e organizzazioni economiche stabilirono due diversi
atteggiamenti in caso di guerra. Per impedire la guerra a lato
dell'Austria-Ungheria si decise lo sciopero generale e
l'insurrezione
ma nel caso di guerra contro l'Austria-Ungheria fu
convenuto di non inscenare nessuna ostilità. Tanto è
vero che non si protestò contro la chiamata delle classi
né
contro una eventuale mobilitazione
né si ventilò
azione alcuna per frenare le spese militari che si annunciavano
necessariamente enormi. Con questi precedenti incontrovertibili ci
vuole tutta l'incoscienza
causata dal rammollimento senile
dell'attuale segretario del partito
per dire che «oggi più
che mai» il proletariato deve difendere la neutralità.
Straordinario! Oggi che la neutralità non può essere
che violata ai danni degli imperi centrali
oggi
Costantino Sudekum
grida che «più che mai» bisogna restare neutrali.
E noi dinanzi a così stupefacente disinvoltura domandiamo con
Turati: «Che cosa vi ha dato Francesco Giuseppe perché
siate così vigilanti e premurosi sulle sorti del suo impero?»
C'è dell'inesplicabile
del misterioso in questo
atteggiamento.
(segue...)
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