(segue) Assoldati da Bülow
(9 aprile 1915)
[Inizio scritto]
Ancora un'osservazione e poi
basta. Dichiara Lazzari «che la guerra — in qualunque
modo effettuata — non avrà mai la solidarietà del
partito socialista». Anche la guerra di difesa? Non sappiamo. E
del resto chi domanda la solidarietà del partito socialista?
Nessuno. C'è dunque bisogno di convocare le sezioni e il
proletariato per far sapere che la guerra non avrà la
solidarietà del partito o piuttosto la solidarietà di
quei sette od otto maneggioni che lo dirigono? Non bastava un
semplice «comunicato»? Il «di più» non
è un servizio disinteressato (?) e gratuito (???) reso alla
causa dell'Austria-Ungheria e della Germania? E non significa anche
un pochino mistificare odiosamente il proletariato
invitandolo a far
fracasso semplicemente per render noto come e qualmente il partito
non vuol essere «solidale» colla guerra? Tutto qui? E
poi
giù il sipario? E se domani quest'ostinata predicazione
panciafichista conducesse a qualche atto di rivolta individuale o
collettiva
avrebbero i signori della Ditta Lazzari e C. il coraggio
sufficiente per accettare — almeno una parte — della
complicità morale?
Con questo suo ultimo gesto la
direzione socialista ha tolto ogni illusione a coloro — e non
sono pochi entro lo stesso partito — che speravano in una più
o meno tardiva resipiscenza. Nulla è mutato. L'ordigno
automatico funziona sempre colla stessa regolarità. Fu
caricato in agosto col grido di «abbasso la guerra!»
dopo nove mesi ripete ancora «abbasso la guerra!». Per
cambiare il grido bisognerà spezzare l'apparecchio. Forse quel
giorno non è lontano. Se la guerra ci libererà da un
partito socialista diventato reazionario
viva ancora una volta la
guerra
ben venga e presto la guerra!
9 aprile 1915.
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