L'avanzata
(13 aprile 1915)


      L'Avanti! — portavoce ormai sfiatato e sempre più screditato dell'internazionale di Sudekum e dei nominati barone Macchio e principe di Bülow — ghigna la sua soddisfazione di tirapiedi del boia per quello ch'esso chiama il «miserevole» insuccesso delle manifestazioni interventiste. Ma inutilmente. La realtà è più forte della consaputa menzogna. L'Avanti! stesso è costretto ad ammettere che ci furono alcune dozzine di tentativi di dimostrazioni dei «fascisti»; però l'Avanti! dimentica di dire perché i «tentativi» non sempre riuscirono a tramutarsi in manifestazioni solenni. Se i compilatori dell'Avanti! si fossero posti questa domanda essi avrebbero sentito tutta la vergogna e la spudorataggine del loro commento. Pochi giorni prima delle dimostrazioni l'Avanti aveva annunciato che saremmo stati «protetti» dalla polizia «inquadrati» dai carabinieri «vigilati» dai soldati previsioni che l'Avanti! faceva per continuare la sua lurida e impotente campagna diffamatoria del movimento «fascista». Ora si è ben visto quali simpatie o deferenze godano i «fascisti» dalle autorità politiche e poliziesche. La giornata del 21 febbraio — scelta dai socialisti per la loro grande masturbazione panciafichista — non fu menomamente turbata dalle violenze poliziesche. Ma domenica scorsa la polizia italiana ha rinnovato a danno dei «fascisti» e degli «interventisti» le gesta croate dei tempi che parevano tramontati per sempre. Da Roma a Milano da Torino a Venezia dovunque insomma la polizia si è gettata con furore inaudito contro i «fascisti» disperdendoli malmenandoli o — come è avvenuto a Milano — massacrandoli. Ora ci vuole un cinismo da spie da assassini da austriacanti ci vuole tutta l'abiezione morale di quel manipolo di faccie sinistre che sgovernano in questo momento il socialismo italiano per registrare e compiacersi — insieme colle «vittorie» e le «concordie» delle ambasciate austriache — del «miserevole» insuccesso della manifestazione interventista. Insuccesso che non c'è stato. I signori del «partitone» ne avrebbero al loro passivo uno infinitamente maggiore se si fossero trovati come ci siamo trovati noi domenica scorsa attaccati da forze armate preponderanti. E i neutralisti dov'erano? Piazza dell'Esedra a Roma non era sbarrata; ebbene attorno al signor Velia non c'erano più di sessanta o settanta persone. Nelle città — salvo Torino — il neutralismo non conta più proseliti. Gli resta la campagna la Vandea degli abbrutiti.

(segue...)