(segue) Cittadini, non servi!
(14 aprile 1915)
[Inizio scritto]
Dopo l'occupazione armata della
piazza ci sono state le cariche furiose dei poliziotti armati di
bastoni che fracassavano le ossa. Ma la dimostrazione era dunque così
violenta da richiedere una «tutela» così
brigantesca dell'ordine? Mai più. Non una lastra spezzata
non
un lampione infranto
non un solo «agente» contuso.
Gruppi esigui di disputanti o di entusiasti occupavano qua e là
la piazza e in atteggiamento tranquillo. In fondo
tutte le
dimostrazioni in Italia si svolgono così. Qualche grido
qualche sasso e poi lo sbandamento. Tutti i giornali cittadini sono
unanimi nell'ammettere che la «carica» finale fu un atto
di violenza fredda e meditata. Tanto più esecrabile allora è
la condotta della polizia.
L'ucciso non era nemmeno un
dimostrante
non aveva fedi politiche
non parteggiava né per
la guerra
né per la neutralità: era un «curioso»
un «innocuo»
obbligato per rincasare a traversare quella
piazza dove egli ha trovato la morte. I poliziotti erano armati di
bastoni e miravano — nel colpire — alla testa
alla parte
più delicata del corpo. A mezzanotte piazza del Duomo era
sgombra...
Data la frequenza delle
brutalità poliziesche
quest'ultima ha colmato la misura.
Nessuna meraviglia se la massa operaia ha proclamato lo sciopero
generale. Ed è certo che lo sciopero riuscirà
magnificamente. La parte migliore della cittadinanza guarderà
con simpatia la protesta. Lo sciopero sarà solenne perché
unanime. Non è qui questione di neutralità o
d'intervento: qui si tratta di salvaguardare i fondamentali diritti
dei cittadini e di «protestare» contro sistemi che devono
una buona volta cessare e per sempre. Questione interna e italiana
pur troppo! Se si vuole la «concordia nazionale»
e
questa è più che mai indispensabile
se si ritiene
inevitabile di scendere in campo
bisogna instaurare nuovi metodi
cambiare uomini
trasformare o spezzare gran parte dell'ingranaggio
statale.
(segue...)
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