(segue) Dimissioni!
(15 aprile 1915)
[Inizio scritto]

      I nazionalisti che si riferiscono alle condizioni difficili dell'Italia dal punto di vista della situazione internazionale scagliano molte freccie... spuntate contro i fascisti rei di aver partecipato allo sciopero generale di protesta. I nazionalisti hanno la veduta corta come una spanna. Anzitutto la cittadinanza intera — senza distinzione di classi o di fedi — ha guardato con simpatia lo sciopero generale. Al funerale c'erano larghe rappresentanze di trentini di triestini di studenti. Se i «fascisti» avessero disertato il movimento sarebbe stato assai facile agli altri di tramutarlo in una manovra neutralista. Il che non è avvenuto. Bisogna onestamente riconoscerlo. L'unione sindacale milanese per bocca di Amilcare De Ambris ha posto sin dai primi colloqui coi rappresentanti della camera del lavoro una pregiudiziale di assoluta apoliticità in materia di neutralità e d'intervento. E tali questioni sono rimaste totalmente estranee alla manifestazione che ha avuto il carattere di semplice legittima giustificatissima umanissima protesta contro gesta barbariche e sistemi indegni di qualunque città civile.
      Milano ha detto ieri la sua parola. Ha detto che non vuole essere governata col bastone. La vita della metropoli riprende oggi il suo ritmo faticoso e vorticoso ma lo spettacolo impressionante offerto da Milano il 14 aprile del 1915 dovrebbe restare durevolmente impresso nelle retine cerebrali dei governanti la pubblica cosa. Chi abusa della longanimità del popolo sarà abbattuto dalla rivolta! La storia di Milano è ricca di tali esempi.
      15 aprile 1915.