(segue) «Sputarsi addosso»
(16 aprile 1915)
[Inizio scritto]
Lo stato dell'economia nazionale
inquieta di più lo studioso e l'osservatore. La nostra
economia industriale è giovane
fragile e vincolata in gran
parte al capitalismo straniero. Ma le nostre industrie e i nostri
commerci attraversano già un periodo di crisi acutissima e la
guerra non peggiorerà la situazione. Per alcune di esse —
come le industrie cotoniere — la crisi è antecedente
alla guerra. L'Italia — la cui economia è
prevalentemente rurale — si trova in condizioni migliori delle
nazioni a economia di tipo esclusivamente industriale come la
Germania. La guerra paralizza le industrie — per ragioni
intuitive — ma permette — in misura più o meno
ridotta — l'esercizio dell'agricoltura. La terra nutre i suoi
figli che combattono. Al governo spetta il compito di escogitare
tutte le altre misure adatte ad alleviare la crisi. È
necessario che si lavori; è necessario che là dove non
è possibile lavorare
non manchi al popolo il pane quotidiano.
Resta la preparazione «morale»
del paese. Qui lo scetticismo e l'autosputacchiamento fanno strage.
Alcuni neutralisti sono vere e proprie sputacchiere ambulanti. I
discorsi che si odono sono questi: un insuccesso
un'incursione di
Zeppelin
l'eventuale bombardamento di una città indifesa
getteranno il panico nella popolazione.
Rivedremo le donne
scarmigliate
rovesciarsi sui binari per impedire la partenza delle
riserve... È il cliché del 1896.
I tempi sono cambiati. Comunque
io ho una fiducia quasi illimitata nella solidità dell'anima
italiana. Anche qui ci soccorre l'esempio della Francia. Chi avrebbe
mai sospettato tanta fermezza
tanto coraggio
tanta tenacia in quel
popolo di Francia che i tedeschi avevano caricato di tutte le qualità
più «frivole» della natura umana? Tutti hanno
gridato al «miracolo...». Ma il miracolo si spiega con
una ragione assai semplice: la Francia aveva delle grandi e
insospettate riserve di energia fisica e morale che la guerra ha
«rimesso in valore». So bene che l'Italia non ha le
tradizioni militari della Francia
che la nostra costituzione
nazionale è più recente
ecc.
ma — nonostante
queste deficienze cui fanno riscontro altri vantaggi da parte nostra
— io credo che la prima grande guerra d'Italia farà tra
noi quello stesso «miracolo» che abbiamo constatato in
Francia.
(segue...)
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