(segue) Il momento critico
(20 aprile 1915)
[Inizio scritto]

      La situazione diplomatica dell'Italia quale è? Le trattative cogli imperi centrali o sono già effettivamente fallite o sono considerate fallite. Esse durano da ormai due mesi. Tempo sufficiente per rivelare l'esistenza di un dissidio insanabile. Se si «negozia» ancora fra Italia e Germania lo si fa per guadagnar tempo. Ma nessuno crede a un risultato positivo. Non è senza significazione il fatto che l'Italia tratti colla triplice intesa a Londra. Se dovessimo giudicare lo svolgimento delle trattative dal contegno della stampa francese saremmo indotti a pensare che le trattative siano avviate nel miglior modo possibile. I giornali di Parigi danno l'intervento dell'Italia come «pacifico» e a breve scadenza. Riesce quindi un poco inesplicabile dinanzi all'ottimismo francese il contegno oscillante della stampa russa. Queste chicanes dei giornali di Pietrogrado sono inopportune e ingiuste. Una parola ufficiosa del governo imperiale si rende necessaria per mettere le cose a posto e farci conoscere il pensiero dei circoli responsabili della politica estera russa.
      Questa per sommi capi è la situazione militare e diplomatica europea alla vigilia del nostro intervento. Ma intanto se non si «negozia» più a Vienna e si tratta a Londra perché il governo italiano non denuncia pubblicamente il trattato della triplice alleanza? Se il trattato è già morto da nove mesi perché il governo italiano non osa notificarne il decesso? Sarebbe un atto di energia e — anche — di buona fede che farebbe scattare in un'approvazione entusiastica ed unanime tutti gli italiani compresi i socialisti ufficiali. Delle due l'una: o il trattato non ha più valore e allora non solo non è difficile ma è onesto e necessario denunciarlo qualche tempo prima di aprire le ostilità o si attribuisce ancora un valore al trattato e allora dovremo pensare che i governanti d'Italia stanno giocando la più allegra e turpe commedia che la storia ricordi.

(segue...)