Alle armi!
(21 maggio 1915)


      Il parlamento ha detto la sua parola. Non c'è stata l'unanimità ma il numero dei voti di maggioranza è stato comunque imponente grandioso. Nel segreto dell'urna si sono ancora una volta confusi i socialisti ufficiali i preti austriacanti e i giolittiani traditori.
      Il discorso dell'on. Turati è stato ancora una volta amletico. Questo voler far coincidere gli interessi ideali e morali del proletariato colla neutralità è assurdo. Una delle ragioni che consigliavano al Turati tale atteggiamento è caduta. Ora che si posseggono gli elementi i dati di fatto ora che il «Libro verde» è entrato nella circolazione pubblica nessuno nemmeno Turati può accusare il governo italiano di soverchia precipitazione o di richieste eccessive. La verità è precisamente il contrario. Tra il minimum delle domande italiane e il maximum delle offerte austriache è tale e tanta la differenza che nessuna buona volontà — nemmeno quella dell'on. Turati — basterebbe a cancellare. E allora che cosa doveva fare l'Italia? Rimanere nella triplice alleanza accettando il «parecchio» bulowiano e giolittiano? No rispondono i socialisti. Doveva abbandonare forse Trento e Trieste all'arbitrio e alla tirannia dell'Austria? No rispondono moltissimi socialisti. E allora? Da qualunque lato si esamini la questione e noi lo abbiamo fatto in questi mesi non una ma innumerevoli volte la necessità economica politica morale umana dell'intervento italiano è chiaramente provata.
      Il discorso «elettorale» dell'on. Turati appunto perché elettorale è stato infelice. Sarebbe stato facile a Napoleone Colajanni smontare le fragili argomentazioni turatiane. Ad ogni modo la nota del socialismo interventista è stata fatta echeggiare vibratamente dal deputato di Napoli Ettore Ciccotti. Ci ripromettiamo di dare appena ci sarà giunto il testo stenografico del suo discorso.

(segue...)