Vittoria
(17 maggio 1915)
Di fronte alle
discordie dei Partiti sul problema dell'intervento
il Ministero
Salandra-Sonnino aveva presentato
il 13 maggio 1915
le proprie
dimissioni. Ma la pressione del popolo
nelle continue dimostrazioni
interventiste
fece sì che le dimissioni non fossero
accettate. In questa occasione
il 17 maggio 1915
Benito Mussolini
pubblicò sul «Popolo d'Italia» il seguente
articolo:
La terribile settimana di
passione dell'Italia si è chiusa ieri con la vittoria del
Popolo. I nostri cuori che si erano irrigiditi nello spasimo della
delusione e della esasperazione
riprendono il loro ritmo gagliardo;
le nuvole basse della mefitica palude parlamentare sono dileguate
dinanzi al ciclone che prorompeva dalle piazze. Non si hanno più
notizie del Cav. Giolitti. È forse fuggito ancora una volta a
Berlino? Anche il giolittismo versa in condizioni disperate. È
latitante. I suoi partigiani scivolano via e tacciono. Per quanto
cinici la lezione ha giovato loro. Hanno capito. Ipnotizzati dal
Parlamento
questi fedeli del Senusso di Cavour racchiudevano il
mondo e l'Italia nei confini di Montecitorio.
L'irruzione dei cittadini romani
nei sacri recinti della Camera è un segno dei tempi. Si deve
al puro caso se oggi Montecitorio non è un mucchio di macerie
nere. Ma si deve al popolo italiano se oggi l'Italia non è al
livello della Grecia e della Turchia. Forse
senza la grandiosa
magnifica insurrezione delle moltitudini
» sarebbe giunta in
porto la giolittiana navicella del «parecchio» pilotata
da Bülow
con le ciurme dei socialisti
sudekumizzati; ma il
Popolo l'ha silurata e la navicella carica di tutte le immondizie
italiche è precipitata in fondo al mare delle assurdità.
Ora si respira. L'orizzonte è sgombro e sulla cima estrema vi
fiammeggia la volontà dell'Italia. Volontà di guerra.
L'ha dichiarata il popolo al disopra della mandria parlamentare. Il
Re ha inteso. La guerra c'è. La dichiarazione ufficiale di
guerra consacrerà uno stato di fatto. Il popolo italiano si
«sente» già in guerra contro gli austro-tedeschi.
È compreso della solennità del momento. In questa
settimana si è purificato. Molte scorie sono cadute. Sul corpo
della Nazione si erano annidati parassiti di specie diverse:
giolittiani
clericali
socialisti. Ma la Nazione — con una
scossa — si è liberata del suo carico molesto e
insidioso. Sotto la maschera neutrale è balzata innanzi
l'anima guerriera.
(segue...)
|