(segue) Per tutte le evenienze
(23 luglio 1915)
[Inizio scritto]

      Tale provvedimento s'impone e senza indugio. Anzitutto è imposto dal carattere della nostra guerra. Noi abbiamo preso l'offensiva su tutto un fronte che dallo Stelvio al mare misura oltre cinquecento chilometri. Noi attacchiamo. Ma l'offensiva — e non c'è davvero bisogno di conoscere profondamente la strategia per affermarlo — presuppone una superiorità assoluta di uomini e di armamenti. Moltissimi uomini moltissime munizioni: ecco la formula. Ma appunto per evitare — a cagione del ritorno alle fabbriche ed agli arsenali di tutti i soldati specialisti — un assottigliamento del fronte occorre utilizzare tutte le risorse in materiale umano che la nazione può fornire. È anche vero che la guerra di montagna non permette vasti spiegamenti di forze ma se l'offensiva italiana continuerà a svolgersi felicemente come è avvenuto finora non sarà lontano il giorno in cui le truppe italiane usciranno dalla zona dei monti per distendersi e dilatarsi nelle pianure austriache.
      Allora il fronte non sarà più «congestionato» «pletorico» come è — forse — oggi ma assorbirà nelle sue prime linee tutti gli elementi disponibili. Inoltre bisogna tener conto che l'occupazione di territori nemici immobilizza una notevole quantità di truppe. Anche volendo circoscrivere — nei suoi immediati obiettivi d'indole territoriale — la nostra guerra sarebbe necessario o per lo meno prudente — in vista di tutte le future evenienze — utilizzare tutte le riserve dei riformati. Ma il pericolo — è la parola — di questa guerra limitata a scartamento ridotto può dirsi scongiurato. Il viaggio del generale Porro a Parigi; la consegna delle supreme onorificenze sabaude a Poincaré e al principe di Galles; l'assunzione al ministero italiano dell'on. Barzilai non significano soltanto che l'Italia giungerà — a qualunque costo — a Trieste ma che l'Italia è pronta è decisa a cimentarsi cogli alleati dei nostri diretti nemici: coi tedeschi e coi turchi. Specialmente nei riguardi della Turchia la situazione diventa ogni giorno più critica.

(segue...)