(segue) Se è possibile, è necessario!
(3 agosto 1915)
[Inizio scritto]

      Questo è il problema posto sul tappeto dal senatore Mazziotti. Eccone i termini: l'obiettivo è affrettare il corso della guerra — colla maggiore rapidità possibile — verso la vittoria della quadruplice. Se l'Italia espugnate Gorizia e Tolmino può utilizzare tutte le sue forze ingenti per vibrare all'Austria un colpo decisivo e tale da costringerla a chieder la pace senza condizioni non si può pensare a distrazioni anche modeste di forze dal nostro scacchiere che diventerebbe il principale per mandarle su altri campi. Ma se a un certo punto la nostra guerra dovesse stagnare nello stillicidio esasperante e monotono delle azioni di trincea e sorgesse per contro la possibilità di inferire il colpo mortale al blocco tedesco su di un altro scacchiere e si rendesse per ciò necessario un concorso di uomini da parte dell'Italia non è chiaro che l'Italia avrebbe il dovere di contribuire — anche in tal modo — alla vittoria?
      Se per vincere fosse necessario — per esempio — portare alcuni corpi d'esercito italiani in Francia o nella penisola di Gallipoli piuttosto che sull'Isonzo perché non si dovrebbe farlo? Che il fronte sul quale si vince sia al nord e non al sud all'ovest invece che all'est poco importa. L'essenziale è di vincere. Ma in questo caso la necessità è subordinata alla possibilità. Se si può è necessario; sulla utilità o meglio sulla «necessità» l'accordo è universale poiché universale è la volontà di vittoria; ma chi può «giudicare» all'infuori degli stati maggiori sulla «possibilità» di questa immediata cooperazione di eserciti? Noi possiamo esaminare un solo elemento di questa possibilità: l'elemento numero; su gli altri che non sono meno importanti non possiamo tenere discorso. Sulla «possibilità» strategica di tale cooperazione nulla sappiamo e ci rimettiamo in proposito — con assoluta fiducia — alla capacità dei nostri generali. Ma alla domanda: ha l'Italia sufficiente numero di soldati per poter condurre la guerra contemporaneamente su due scacchieri? — noi rispondiamo in senso affermativo. Intanto questa distrazione delle nostre forze militari avverrebbe solo dopo avere bene assicurato e munito i nostri confini nell'unico caso che si presentasse su altri scacchieri la possibilità dell'urto risolutivo. Senza di che sarebbe inutile mandare in Francia o altrove dei contingenti di uomini per farli marcire nelle trincee. In ogni modo l'Italia non difetta di soldati. Dopo la Russia è l'Italia la nazione della quadruplice che dispone di più vaste riserve. Gli uomini attualmente sotto le armi si cifrano a milioni. Inoltre ci sono ancora cinque classi da richiamare ci sono venti o almeno dodici classi di riformati da visitare. Mentre l'Austria-Ungheria ha proceduto alla leva in massa — non risparmiando gli invalidi — l'Italia non avrà bisogno nemmeno di prolungare sino ai 45 anni — come avviene in Francia — l'obbligo del servizio militare. Mentre la Germania anticipa la chiamata delle classi giovanissime del 1917 e del 1918 l'Italia non ha ancora deciso la chiamata della classe del 1896 che avverrà all'epoca consueta.

(segue...)