Per non disarmare
(14 settembre 1915)


      Benito Mussolini richiamato il 31 agosto 1915 fu inviato al fronte il 2 settembre: questa lettera datata del 14 settembre venne mandata da lui ai redattori del «Popolo d'Italia».

      Carissimi amici
      il periodo della «zona di guerra» che non bisogna confondere con la «zona di fuoco» è già finito. È stato più breve di quanto non fosse nelle mie speranze. Quando queste linee usciranno sul nostro Popolo io mi troverò oltre i vecchi veramente «scellerati confini» che bisogna cancellare perché sono un pericolo e una infamia troppo a lungo subita. Non ho bisogno di dirvi che io sono lieto. Voi che siete stati i miei compagni nella dura vigilia e restate oggi i tenaci e fedeli continuatori dell'opera mia voi sapete quanto io abbia atteso quest'ora. La mia gioia trova altri motivi nella constatazione dello stato d'animo — forte — che regna tra i richiamati di una classe anziana come l'84.
      La propaganda perversa e malvagia del neutralismo criminale non ha nemmeno sfiorato queste anime semplici e schiette che accettano la guerra come una necessità che non si discute che è anzi presente al loro spirito come un dovere grave e solenne che bisogna compiere. Nella massa è diffuso e profondo l'odio contro il nemico e la simpatia per il popolo belga. Né manca una minoranza compatta di interventisti che danno come sempre il buon esempio. Così è avvenuto che tre caporali milanesi l'ex vigile Strada l'ex cameriere al «Savini» Romani l'ex tranviere Buscena hanno chiesto ed ottenuto di partire con noi per il fronte quantunque fossero stati dispensati per ragioni di servizio. Gesto simpatico che non ha bisogno di essere illustrato. La massa è buona. Io credo che nella zona del fuoco questi miei commilitoni saranno pronti ad ogni sacrificio. Sono uomini solidi sui quali si può contare. Le mie impressioni sono dunque positive ottimiste.

(segue...)