(segue) Sua Maestą la Forca
(23 novembre 1916)
[Inizio scritto]

      Ma bastava ricordare il suo nome maledetto attraverso generazioni e generazioni perché incubi paurosi sorgessero nelle coscienze dei giovani.
      Il suo nome opprimeva soffocava come un macigno; dietro a quelle due parole si profilava la forca tutte le forche dal 1850 al 1916: da Tito Speri ad Oberdan da Tazzoli a Battisti! Il suo nome solo evocava immagini di sangue e di rovine. Per oltre sessant'anni Franz Joseph è stato in Europa il simbolo della Santa Alleanza strangolatrice dei diritti dei popoli. Era il pre-89. Egli si accampava negatore ostinato di quei principi che la Enciclopedia e Parigi avevano fatto trionfare in Francia e diffuso nel mondo.
      Radetzky e Haynau: ecco gli strumenti della politica absburghiana dal 1848 in poi. Il sistema: carcere duro e forca. Durante mezzo secolo questa politica non è stata alterata di una sola linea. Ci possono essere state delle attenuazioni nella forma ma la sostanza è immutata: Metternich e il Concilio di Vienna dominavano e dominano la Hofburg. L'Absburgo regna ancora e sempre per diritto di Dio. La volontà dei popoli è uno zero. Le tragedie familiari e le tragedie dei popoli — rivoluzioni e guerre — non alteravano la fisionomia morale del monarca non modificavano le direttive politiche del suo impero. Gli anni passavano tempestosi e dopo il fratello Massimiliano fucilato a Queretaro era la volta del figlio Rodolfo suicida o assassinato nel castello di Mayerling; e dopo il figlio era l'imperatrice Elisabetta che cadeva freddata a Ginevra dal pugnale di Luccheni e drammi e scandali alimentavano le cronache di Europa sino al balenio ciclonico di Serajevo; ma Franz Joseph si era ormai foggiata un'anima di pietra che lo rendeva incapace di ogni palpito di umana pietà.
      Gli anni passavano e l'impero negazione del diritto dei popoli veniva mutilato dall'Italia diminuito dalla Prussia ma Franz Joseph sordo alla voce dei tempi nuovi rifiutava la grazia ad Oberdan e più tardi gridava per Trieste un «mai» che i soldati d'Italia annulleranno con la forza sacra delle armi.

(segue...)