(segue) Il terreno dell'intesa italo-serba
(26 novembre 1916)
[Inizio scritto]

      Economicamente la fortuna e l'avvenire della Dalmazia sono legati alla sua annessione politica all'Italia. Storicamente la Dalmazia fu prima romana poi veneta.
      Il pensiero di Mazzini e di Tommaseo non ha valore di dogma immutabile. Quando Mazzini e Tommaseo scrivevano le parole che oggi i «rinunciatari» pongono in testa alla loro tesi per meglio suffragarla erano tempi diversi dagli attuali. Nessuno prevedeva allora il grande cataclisma che sconvolge il mondo dall'agosto del 1914 nessuno prevedeva che gli italiani sarebbero andati a Monastir per far risorgere «col sacrificio e col sangue» la Serbia. Il problema dalmata è stato posto al primo piano del «fatto guerra». Di qui la necessità di risolverlo e in senso italiano. Questo riassunto per sommi capi nei limiti forzatamente ristretti di un articolo di giornale è il pensiero dei nazionalisti italiani e del Comitato nazionale prò Dalmazia. In conclusione anche i nazionalisti vagheggiano un'intesa italo-serba che dovrebbe conciliare gli opposti interessi circa lo sbocco serbo sul mare e stabilire le misure — scolastiche amministrative — per la salvaguardia dei nuclei di popolazione serbo-croata che passerebbero col retroterra dalmatico all'Italia.

III
      Il nostro punto di vista è intermedio. Respingiamo il «nulla» della prima tesi; respingiamo il «tutto» della seconda. Bisogna tenersi lontani da questi estremi se si vuole raggiungere un'intesa leale che in fondo tutti e dall'una e dall'altra parte ritengono possibile desiderabile necessaria. Intanto per ciò che riguarda il problema di Fiume noi non accettiamo nessuna delle eventuali soluzioni prospettate dai «rinunciatari». L'«autonomia» di Fiume non potrebbe reggersi a lungo. Nell'«autonomia» di Fiume noi vediamo profilarsi quei pericoli di conflitti che si vorrebbero evitare. Fiume italiana sottratta all'opera di snazionalizzazione già intrapresa violentemente e inutilmente dai magiari di Budapest non può essere consegnata ai croati di Zagabria. Che il retroterra immediato di Fiume sia croato non è argomento sufficiente per consigliarci la rinuncia di quella città. Che il nuovo confine debba passare sul ponte tra Fiume italiana e Susak croata poco importa.

(segue...)