(segue) Due discorsi
(21 giugno 1917)
[Inizio scritto]
È ormai evidente che non si
vuole mutare sistema. Non si vuol rifare ma ritoccare. Per liberarsi
da ogni superstite dubbio basta porre a confronto il discorso Boselli
coi postulati contenuti nei memoriali degli interventisti. Noi
chiedevamo un «comitato di guerra»
e con noi lo chiedeva
l'opinione pubblica liberale; ma l'on. Boselli passa oltre. Sequestro
dei beni tedeschi? Mai più. Internamento dei sudditi nemici?
Nemmeno per sogno. Provvedimenti contro la burocrazia sabotatrice dei
nostri sforzi e sacrifici? Affatto. Aumento dei sussidi alle famiglie
dei richiamati? Niente. Misure radicali estreme contro gli imboscati
e i disertori? Niente. E potremmo continuare; ma è superfluo.
Se il discorso dell'on. Boselli rappresenta un estratto concentrato
delle idee e dei propositi del ministero rimpastato non ha diritto a
un giorno solo di vita.
Certo
il naufragio del ministero
non significa il naufragio di tutti i ministri. Qualcuno potrebbe
dovrebbe far parte della nuova combinazione ministeriale. Alludiamo
prima di tutto a Sonnino. Il suo discorso non delude le aspettative
riaccende le speranze e rinsalda la fiducia del paese e dei
combattenti. Noi
che qualche volta in questi ultimi tempi abbiamo
criticato l'on. Sonnino
o meglio il suo temperamento che vorremmo
più aperto e pronto a parlare
quando occorra
al paese
anche
fuori e al di sopra del parlamento: noi
che non più tardi di
ieri
esercitavamo il nostro inalterabile diritto di critica sulla
nota inviata alla Russia
documento
in verità
molto freddo e
negativo
siamo veramente lieti che l'on. Sonnino rompendo le sue
consuetudini
dei lunghi silenzi abbia col suo discorso completato la
nota russa e orientata
nello stesso tempo
l'opinione pubblica
italiana.
Quattro sono i punti fondamentali
del discorso dell'on. Sonnino. Primo: la pace futura dovrà
stabilire la restaurazione dei piccoli stati; dovrà essere una
pace europea. Secondo: l'accordo fra gli alleati — sia a
proposito dell'indipendenza albanese
come per le faccende greche e
l'assetto mediterraneo — è completo. Terzo: quantunque
l'on. Sonnino non abbia precisato geograficamente i nostri obiettivi
territoriali
è chiaro però che
«se le catene
non dovranno essere ribadite alle patrie di Battisti e di Sauro»
il Trentino dovrà essere nostro sino alla Vetta d'Italia e
nostre dovranno essere Trieste e l'Istria. Quarto: «dalla pace
futura non potrà esulare il principio di umanità.»
Con questa dichiarazione l'on. Sonnino ha voluto accennare agli alti
obiettivi giuridici e morali della guerra
a quella società
delle nazioni civili auspicata anche recentemente da Ribot e da
Wilson.
(segue...)
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