(segue) Battisti
(12 luglio 1917)
[Inizio scritto]

      Dopo un anno — e questi anni sembrano lunghi come secoli — basta ritornare col pensiero a quell'episodio di gloria imperitura e di infamia senza nome per sentire ancora in tutte le fibre più profonde dell'essere un brivido d'angoscia. Nell'illusione cui si abbandona qualche volta lo spirito vien fatto di domandarsi: «È storia o leggenda?» È storia. Di ieri di oggi e sarà di domani se l'Impero degli Absburgo non verrà fatto «saltare» come un anacronismo tirannico cui è venuta a mancare ogni giustificazione di vita.
      Bisogna accostarsi alla guerra con purità di pensieri e di opere. La guerra per tutto lo strazio che impone ai popoli non deve essere oggetto della bandiera che essi fanno sventolare e non può essere motivo di esibizione letteraria.
      Bisogna accostarsi al martirio con devozione raccolta e pensosa come il credente che si genuflette dinanzi all'altare di un dio.
      Commemorare significa entrare in quella comunione di spiriti che lega i morti ai vivi le generazioni che furono e quelle che saranno il dolore aspro d'ieri al dovere ancora più aspro di domani.
      Commemorare significa fare un esame di coscienza scandagliare sino all'imo l'anima nostra e poi chiedere a noi stessi: «Saremmo noi che pure lo indichiamo agli altri capaci di seguire quell'esempio? Saremmo noi pronti ad affrontare liberamente e deliberatamente il sacrificio estremo pur di contribuire al trionfo di un ideale?»
      Questo esame ci dà tutta la bellezza l'altezza morale sovrumana quasi attinta da Cesare Battisti il giorno in cui Ei decise — conscio di ciò che l'attendeva — di andare incontro col passo fermo e pesante dell'alpino ai carnefici di Vienna.
      E costoro non lo risparmiarono. Non ebbero per lui nessuna pietà. Né Egli la sollecitò né l'avrebbe accettata. Ferito in combattimento poteva salvarsi e non volle! Prima di cadere prigioniero poteva sopprimersi e non volle. Poteva chiedere di essere giustiziato in altro modo meno barbaro. Non volle. Ma quale idea lo esaltava quale forza lo sosteneva? A suggello di quale apostolato Ei sorrideva tranquillo al patibolo?

(segue...)