Il «parecchio» arancione
(15 luglio 1917)
Colle dichiarazioni del signor
Lebey
pubblicate ieri dal Temps
lo scandalo massonico di Parigi
assume ancor più vaste proporzioni
tanto che si potrebbe
qualificare come un atto di vera e propria fellonia la condotta
tenuta dai delegati italiani in quel raduno. Noi non ci siamo
ingannati quando sin dal principio dell'equivoco affaire abbiamo
per
i primi
affermato che la inqualificabile remissività dei
signori Nathan e soci era stata determinata
anzi imposta
dalla
aggressività megalomane
imperialistica
accanitamente
antitaliana dei delegati delle logge jugoslave fondate in questi
ultimi tempi a Parigi e a Londra. I rappresentanti delle massonerie
inglese e francese
e quelli delle massonerie dei paesi neutrali
o
non conoscevano le folli pretese jugoslave o conoscendole le
approvavano nelle soluzioni vagheggiate dai propagandisti croati e
sloveni. Insomma: il concilio ha rinunciato a discutere a fondo la
questione e ha lasciato alle prese gli italiani e i jugoslavi.
Ciò che è avvenuto è
noto e ciò che è noto è confermato dalle
dichiarazioni odierne del signor Lebey. La verità
espressa
senza eufemismi impostori
è questa ed è una
tristissima ed è una terribile verità: i signori
Nathan
Ferrari
Meoni hanno consegnato Trieste agli sloveni e hanno
cercato invano di mascherare questo loro atto di dedizione e di
rinuncia colla proposta dei plebisciti.
Il signor Lebey
dopo quindici
giorni di appassionate polemiche
esce alla luce e con un'aria
innocente di candore e di sorpresa si meraviglia della nostra
emozione. Cade dalle nuvole il signor Lebey! E si permette di credere
che sotto la campagna dei giornali italiani ci sia un fine
interessato. Il signor Lebey sbaglia di grosso. Poche volte è
accaduto di vedere «l'unanimità» della stampa
italiana
esprimere in forme più o meno vivaci
ma
sostanzialmente identiche
il proprio disgusto
la propria palese
riprovazione per il convegno di Parigi e per l'atteggiamento assunto
colà dai delegati della massoneria italiana.
(segue...)
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