Paese e parlamento
(15 ottobre 1917)
Gli ordini del giorno votati dai
comitati d'azione dell'alta Italia — comitati attivi
fattivi e
sempre pronti a fronteggiare tutte le evenienze che le situazioni
politiche possono offrire — meritano
alla vigilia della
ripresa parlamentare
qualche parola di commento.
Il movimento torbido dei «47»
— avanguardia dei trecento biglietti da visita che non si
muovono ancora
nell'attesa prudente degli eventi — è
stato fieramente stigmatizzato dai comitati d'azione dell'alta
Italia. Il gioco di quei signori è scoperto. L'opinione
pubblica è già sveglia. La sorpresa sulla quale
probabilmente contavano i «vincoli» di Montecitorio non è
più possibile. Gli elementi interventisti
che nel paese sono
ancora numerosi e dotati di una sensibilità politica di primo
ordine
non solo hanno munito le loro difese
ma sono passati
all'attacco.
La falange non tebana sembra un
po' disorientata. Cerca qualche altro appoggio a destra e a sinistra.
Ma per quanto sia grande la sfrontatezza di certi individui
ci sono
dei limiti che non si possono apertamente cercare od accettare
senza
venir meno alle regole più elementari della decenza. Un altro
fatto ha complicato la situazione dei «47» ed è il
patrocinio
anzi l'esaltazione sperticata fatta del nuovo gruppo e
dei suoi obiettivi
dal noto senatore prussiano
clamorosamente
bollato al tribunale militare di Portogruaro.
Per tutte queste ragioni è
possibile che la mossa dei «47» sia un semplice
spiegamento di forze; una manovra «dimostrativa» e che
intenzioni di impegnarsi a fondo non ci siano... Un neutralismo
bellicoso è una contraddizione in termini... Comunque
l'impresa dei giolittiani e compagni è destinata
all'insuccesso
che sarà più o meno definitivo e
disastroso
a seconda dell'atteggiamento e delle dichiarazioni del
ministero. Se noi
interventisti — bisogna pur ricorrere a
questa terminologia per necessità di differenziazione —
non siamo troppo soddisfatti della politica generale del ministro
dell'interno
e l'abbiamo a più riprese aspramente criticato
è altrettanto vero che gli elementi neutralisti hanno motivi
di malcontento per ciò che è in questi ultimi tempi
accaduto. Imposta da noi e accettata di libera elezione
è
certo che un'accentuazione di rigidità e di disciplina interna
si è determinata da due mesi a questa parte nella politica
dell'on. Orlando. Dalle dimissioni del comm. Corradini
che non
faceva mistero del suo stato d'animo zimmerwaldiano e stoccolmista
all'assunzione del generale Alfieri alla carica altissima e ponderosa
di sottosegretario di stato al ministero dell'interno per la politica
dei consumi
è abbastanza visibile 1 orientamento dell'on.
Orlando verso l'accettazione di quelli che sono stati e sono i nostri
«desiderata» in materia di politica interna. Non basta
ancora. Ma se l'on. Orlando ha fede nella vittoria e vuole
contribuire alla vittoria
— le sue dichiarazioni in una
recente intervista sono a tal proposito eloquenti e precise —
deve incamminarsi risolutamente sulla strada che gli elementi
interventisti gli hanno indicato e che — alla prova dei fatti —
si è addimostrata la migliore.
(segue...)
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