Ora sacra
(25 giugno 1918)
Dal «Popolo
d'Italia» del 25 giugno 1918
Dall'agosto del 1914
quella che
s'è chiusa l'altro giorno è la quarta settimana della
nostra passione di Italiani. La prima è quella che va dal 31
luglio al 5 o 6 agosto
giorno nel quale l'Italia dichiarò la
sua neutralità e rifiutò di seguire i suoi ex-alleati
nella loro impresa di massacro e di rapina. La seconda settimana di
passione è quella che va dal 15 maggio al 22. Sono le giornate
«radiose»
memorabili che videro il popolo cavaliere
reclamare a gran voce la sua parte di rischio
di sacrificio
di
sangue nella lotta per la libertà
contro i tedeschi.
Spettacolo se non unico
certamente raro nella storia! Fu quella la
settimana dell'ebbrezza
dell'entusiasmo quasi dionisiaco
della
fede. Fu la nostra primavera di grande popolo. Tutto ciò che
c'era di vivo
di profondo
di qualitativo nelle nostre anime scoppiò
in quei giorni
che furono e sono un punto culminante e decisivo
nella nostra storia e
si potrebbe aggiungere
nella storia umana.
Dal 24 ottobre al 1° novembre
1917
è la settimana della nostra passione amara. È la
settimana delle ceneri
dell'espiazione. In poche ore
per un
fenomeno di una vastità inaudita
si disperdono in rovine
trenta mesi di guerra.
Il fronte crollava
ma non
crollava nei nostri cuori la fede. Ci sia resa questa testimonianza.
Anche nei momenti più neri di quella settimana terribile noi
non abbiamo mai disperato. Un popolo
che attraverso l'opera delle
sue minoranze volitive e coscienti aveva voluto o quanto meno
accettato la guerra
aveva in sé la capacità della
riscossa.
In questi mesi
dopo Caporetto
c'è stato nella nostra volontà di riscatto un elemento
di furore sacro. Il nome dell'oscuro villaggio sloveno dell'Alta
Valle Isontina è stato una frusta che ci ha flagellati e ci
flagella.
(segue...)
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