(segue) Ora sacra
(25 giugno 1918)
[Inizio scritto]

      Si era allentato quello che potrebbe dirsi il ritmo della vita di guerra ma in questi ultimi tempi il ritmo aveva trovato la rapidità e la forza del maggio 1915. C'erano tutti gli elementi della riscossa; la riscossa non poteva mancare. È venuta! Più presto forse di quanto non fosse stato lecito credere. Sono stati gli austriaci a offrircene il destro con una nuova provocazione più di carattere morale che militare. Tutte le dichiarazioni e le comunicazioni ufficiali degli austro-ungarici riflettono questo carattere morale di sfida morale a noi alla nostra coscienza di popolo.
      Abbiamo raccolto il guanto. Nell'ottobre del 1917 gli austro-tedeschi ci presero alle spalle; nel giugno del 1918 li abbiamo — noi — presi alla gola e ributtati — in disordine — oltre il Piave. Nell'ottobre del 1917 fummo non battuti ma ingannati; nel giugno del 1918 la vittoria è premio alla nostra tenacia e al nostro valore.
      Tutti tutti i soldati dell'Esercito italiano da quelli che stanno più in alto nella gerarchia a quelli che stanno più in basso erano e sono animati da un solo proposito: la rivincita! È — ancora una volta — il morale lo spirito la qualità che hanno vinta la quantità cioè la massa bruta. È la volontà italiana che ha spezzato la fatua superbia degli austro-magiari.
      Dopo i mesi del raccoglimento e della preparazione il Popolo italiano ha pieno diritto di manifestare la sua gioia nelle vie e nelle piazze sotto a questo grande sole latino che imbionda le messi sulle quali il nemico si riprometteva di stendere la mano rapace. Non è avvenuto non avverrà più! Lo giura — levando le mani — il Popolo delle nostre città e delle nostre campagne! Lo giurano — inastando la baionetta — i nostri soldati! Belluno Udine Gorizia Trento Trieste Fiume Zara attendono. Un coro enorme sembra levarsi da un capo all'altro della penisola:

(segue...)