Legionari di Ronchi
(5 gennaio 1921)
Pochi giorni
dopo il tragico Natale fiumano
il 5 gennaio 1921
Benito Mussolini
pubblicava sul «Popolo d'Italia» il seguente articolo:
L'avvenimento è di ieri e
già esso appare come trascolorato nei cieli della leggenda.
Gli è che il tempo della vita è
oggi
straordinariamente affrettato e i fatti
grandi e piccoli
non appena
accaduti
sembrano precipitare in un gorgo profondo. Chi si ricorda
più
in Italia
dell'abbandono di Valona? Eppure fu una cosa
dolorosissima
straziante. Questione
per taluni
di ore: per altri
di giorni. Oggi
nessuno ci pensa più. La ferita è
rimarginata. Addio Valona! E il grido echeggia come l'eco di un
avvenimento remoto.
Giunta al suo quinto atto —
e dobbiamo riconoscere che non è stato completamente di
«stile» come i precedenti
poiché varie e
contrastanti necessità e passioni e deficienze ne hanno
turbato irreparabilmente la linea di sviluppo e tutto ciò è
stato
in gran parte
indipendente dalla volontà dei singoli
protagonisti — giunta al suo quinto atto
la tragedia fiumana
che va dal settembre del 1919 al gennaio del 1921
perde le sue
stigmate precise
la materialità che l'accompagnava
le
inevitabili scorie
il tritume della cronaca
per diventare passione
sacra e pura bellezza e incancellabile storia!
Oggi è lo spirito che
spezza le catene della contingenza. Che cosa vale e che può
importare se
domani
scenderanno a Fiume i nemici della prima e
dell'ultima ora
i subdoli e i violenti; quelli che hanno diffamato
la causa con le parole e gli altri che hanno tentato di assassinarla
coi cannoni e sciorineranno al sole i piccoli insignificanti
miserabili dettagli del lungo periodo di occupazione dannunziana e
tenteranno di diminuire
con la diffamazione
la grandezza
dell'impresa vittoriosa?
(segue...)
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