Secondo discorso di Trieste
(6 febbraio 1921)
Ancora una volta
il Duce sceglieva Trieste redenta per esporre in ampia sintesi la
posizione del Fascismo di fronte agli assillanti problemi di politica
estero. Questo discorso fu pronunciato al Politeama Rossetti di
Trieste
il 6 febbraio 1921. La citazione che chiude il discorso è
presa dall'Eneide
canto I
v. 287.
Per delineare quali direttive
debba seguire la politica estera dell'Italia
nell'immediato e
mediato futuro
è opportuno gettare
preliminarmente
uno
sguardo d'insieme
sulla situazione mondiale
sulle forze e correnti
che vi agiscono e prospettare quali possano esserne gli sbocchi e i
risultati. Tutti gli Stati del mondo si trovano fra di loro in
rapporto fatale d'interdipendenza
il periodo della splendide
isolation è passato per tutti. Si può ben dire che
colla guerra e dalla guerra
la storia del genere umano ha acquistato
un ritmo mondiale. Mentre l'Europa dissanguata
stenta a ritrovare il
suo equilibrio
economico
politico e spirituale
già si
annunciano
oltre i confini del vecchio continente
formidabili
antitesi d'interessi. Alludo al conflitto fra Stati Uniti e Giappone
i cui episodi recenti
che vanno dalla faccenda del «cavo»
al «bill» contro l'immigrazione gialla in California
sono nella cronaca dei giornali. Il Giappone conta oggi 77 milioni
d'abitanti; gli Stati Uniti 110 milioni. Che la coscienza della
inevitabilità di un urto fra questi due Stati esista
può
trovarsi in questo particolare significantissimo: il libro che ha
avuto ed ha a Tokio la maggiore diffusione in tutte le zone della
popolazione
s'intitola:
La nostra prossima guerra cogli
Stati Uniti. Quella che si profila è la guerra dei continenti
per il dominio del Pacifico. L'asse della civiltà mondiale
tende a spostarsi. Fu
sino al 1500
nel Mediterraneo; dal 1492 in
poi
scoperta dell'America
passò nell'Atlantico: da oggi
si
annuncia il suo trapasso al più grande oceano del pianeta.
(segue...)
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