(segue) Legionari di Ronchi
(5 gennaio 1921)
[Inizio scritto]

      Tre parole: tre idee: tre forze: volontà libertà giustizia; ecco lo spirito incorrotto incorruttibile ed immortale della Legione di Ronchi. A domare questo spirito non v'è forza sufficiente in Italia e nel Mondo! È questo spirito che ha dettato a Gabriele d'Annunzio la sua ultima orazione funebre.
      Il Poeta ha ritrovato nell'Umanità le attitudini eccelse e ha dato a tutti gli italiani il brivido della sua commozione profonda. Inginocchiamoci con lui accanto alle salme dei quaranta soldati caduti e accogliamoli nel nostro cuore.
      Sono gli ultimi caduti della grande guerra e come gli altri non invano! Il tricolore italiano li saluta terra italiana li copre. Le loro fosse sono una testimonianza che cancella ogni divisione. I morti del Carnaro regolari e irregolari attestano che Fiume e Italia sono la stessa cosa la stessa carne la stessa anima e che l'inchiostro opaco delle diplomazie non riuscirà mai a disgiungere ciò che fu sigillato per sempre dal sangue.
      Gloria alla Legione di Ronchi al suo Duce ai suoi vivi che tornano e ai suoi Morti che non tornano più.
      Sono rimasti a presidiare il Nevoso e a indicare le Dinariche.