(segue) Il primo discorso alla Camera
(21 giugno 1921)
[Inizio scritto]

      Vengo ad un'altra questione molto delicata.
      È una questione che bisogna affrontare prima di tutto perché la cronaca lo ha imposto ed in secondo luogo perché dopo l'allocuzione pontificia davanti al Concistoro segreto di giorni fa non è più possibile ignorare che esiste una questione della Palestina.
      Bisogna scegliere; bisogna che il Governo abbia un suo punto di vista. O sceglie il punto di vista sionistico inglese o sceglie il punto di vista di Benedetto XV.
      Credo di non tediare la Camera ricordando brevemente i precedenti della questione.
      Il 2 novembre 1917 il Governo inglese si dichiarava favorevole alla creazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico restando bene inteso che nulla sarebbe fatto che potesse recare offesa ai diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina e ai diritti ed agli istituti politici di cui godono gli ebrei in tutte le altre nazioni del mondo. In un secondo tempo le Potenze alleate hanno adottato questa dichiarazione. Finalmente con l'art. 222 del trattato di pace sottoscritto il 20 agosto 1920 a Sevres la Turchia rinunziava a tutti i suoi diritti sulla Palestina e le Potenze alleate sceglievano come mandataria l'Inghilterra.
      Ora mentre le nazioni civili dell'Occidente non hanno modificato il regime comune di libertà per le diverse confessioni religiose in Palestina è accaduto tutto il contrario anche perché l'amministrazione di quello Stato in embrione e stata affidata all'organizzazione politica del sionismo.
      Ma in Palestina ci sono 600.000 arabi che vivono là da dieci secoli e 70.000 cristiani mentre gli ebrei non arrivano che a 50.000. Si è così determinata una situazione straordinariamente interessante. Gli ebrei autoctoni che hanno vissuto per secoli e secoli all'ombra delle moschee di Gerusalemme non possono soffrire gli elementi che vengono dalla Polonia dall'Ucraina dalla Russia perché hanno delle arie straordinariamente emancipate e quelli che sono immigrati si sono già divisi in tre fazioni una delle quali che si chiama abbreviatamente Mopsi è già inscritta regolarmente come frazione comunista alla Terza Internazionale di Mosca.

(segue...)