Per i fatti di Sarzana
(22 luglio 1921)
La guerriglia
tra fascisti e comunisti era nel momento più sanguinoso e si
rinnovava ogni domenica. Mussolini aveva accettato d'iniziare
trattative per un «i patto di pacificazione» che ponesse
termine alle lotte cruente. Proprio in simile momento
il 21 luglio
1921
una schiera di fascisti
presentatasi davanti a Sarzana per
ottenere la liberazione d'alcuni camerati ingiustamente detenuti in
quelle carceri
era stata accolta a fucilate dalla forza pubblica
e
quindi - sbandatasi nelle campagne - inseguita e aggredita dai
sovversivi. C'erano stati 18 morti e 30 feriti.
Alla Camera
nella tornata del 22 luglio 1921
avevano parlato i deputati
socialisti Bombacci e Turati. Quest'ultimo aveva accusato Mussolini
di non dominare i Fascisti
sì che - se anche egli fosse
divenuto «un Maddaleno pentito» - i suoi ordini non
avrebbero fatto cessare gli scontri violenti. Si dichiarava così
a priori
scettico su la possibilità di una pacificazione.
Alla fine della
seduta
Mussolini chiese a S. E. Bonomi
Presidente del Consiglio
notizie precise sui fatti di Sarzana. Questi rispose evasivamente
limitandosi ad assicurare che si sarebbe ristabilito l'ordine
pubblico. Allora
Mussolini
replicò nel modo seguente:
Non posso assolutamente
dichiararmi soddisfatto delle informazioni dateci dall'onorevole
presidente del Consiglio e credo che gran parte della Camera sarà
della mia opinione. Evidentemente siete in difetto di informazioni.
Quelle informazioni sono troppo scheletriche. È una versione
assolutamente telegrafica e dopo 48 ore da quegli avvenimenti tragici
un Governo
che si rispetti
dovrebbe essere meglio e più
minutamente informato.
Ma giacché l'onorevole
Bonomi ha ripreso il tema della pacificazione
io debbo fare alcune
dichiarazioni abbastanza gravi.
(segue...)
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