Insufficienze del ministero Bonomi
(23 luglio 1921)
Questo discorso
- pronunciato alla Camera nella tornata del 23 luglio 1921
verso la
fine della seduta
all'indomani del discorso pronunciato per i fatti
di Sarzana - è
in apparenza
una semplice dichiarazione di
voto. Ma
nella chiusa
va assai oltre. Dopo aver dichiarato i motivi
del voto contrario al Ministero Bonomi
Mussolini prospetta la
possibilità dell'unione delle tre correnti di masse - il
movimento fascista
i Partiti socialista e popolare - «coalizzate
sopra un programma» che ne costituisca «il minimo comune
denominatore»
per «condurre la Patria a più
prospere fortune». Egli stesso si rende conto che la proposta è
«paradossale i
dato lo spirito dogmatico dei due partiti
avversari. Tuttavia questo discorso - che s'inizia con una
spiegazione attenuatrice della chiusa del discorso precedente -
influì alla conclusione del «patto di pacificazione»
fra socialisti e fascisti
che fu firmato pochi giorni dopo
il 3
agosto 1921
arbitro l'on. De Nicola
presidente della Camera. Tale
patto
come è noto
non fu mantenuto dai socialisti
che si
trincerarono dietro a ragioni sofistiche - allegando il pretesto
della non accettazione da parte dei comunisti - per non rispettarlo
e fu denunciato nel successivo novembre dallo stesso Mussolini.
Data l'ora tarda io non voglio
dirvi che sarò breve
per non farvi credere esattamente il
contrario.
Il Gruppo Parlamentare Fascista
mi ha incaricato di spiegare succintamente i motivi per cui esso nega
la fiducia al ministero Bonomi. Ma mi permetterete innanzi tutto
alcune dichiarazioni che devono precisare alcuni punti venuti in
discussione.
Non si deve credere
non ostante
la frase da me pronunziata ieri sera alla fine del mio discorso
che
la nostra volontà di pacificazione sia venuta meno. Può
darsi
anzi io ammetto
che la frase possa avere in qualche parte
tradito il mio intimo pensiero. (Commenti).
(segue...)
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