(segue) Per la vera pacificazione
(1 dicembre 1921)
[Inizio scritto]

      Mi aspettavo da quei banchi dei discorsi che fossero per forma e per contenuto in relazione al testo più estremista della mozione. Ma l'onorevole Ferri e l'onorevole Dugoni invece di sparare con le grosse artiglierie dell'intransigenza classista riaffermata nel congresso di Milano hanno a mio avviso fatto delle salve a scopo puramente dimostrativo dei discorsi dai quali trasparivano evidenti delle nostalgie collaborazioniste che la direzione del partito non può non sconfessare. E se così blandi sono stati questi discorsi ciò significa in realtà che manca la materia del contendere.
      Quando l'onorevole Ferri rimprovera all'onorevole Bonomi solo una insufficienza di Governo io non voglio qui precedere l'onorevole Bonomi ma egli può trionfalmente rispondere che qualsiasi uomo a quel banco per quanto possa essere saggio o potente più d'ogni altro sarebbe sempre insufficiente davanti a qualche cosa.
      E allora discutiamo se è possibile su l'utilità di questa discussione. Una utilità innegabile si può sintetizzare in questa domanda: il Governo dell'onorevole Bonomi ha fatto quanto poteva e doveva per ristabilire il così detto impero della legge e la pacificazione interna del paese?
      Mi permetto di rilevare che non c'è assoluta interdipendenza tra il ripristino dell'autorità statale e la pacificazione interna. Il ripristino dell'autorità statale può contribuire alla pacificazione interna ma alla pacificazione interna devono contribuire altre forze a mio avviso e cioè la disciplina e il controllo dei partiti il favore o meno dell'opinione pubblica. L'utilità positiva di questo dibattito può dunque consistere in questa domanda. Può la Camera e deve la Camera dare al Governo di oggi o a quello eventuale di domani una linea direttiva per raggiungere gli obbiettivi che stanno sul labbro di tutti e cioè la restaurazione dell'autorità dello Stato e la pacificazione interna?

(segue...)