(segue) Per la vera pacificazione
(1 dicembre 1921)
[Inizio scritto]

      I comunisti erano al di fuori del trattato ma i socialisti non erano in buona fede quando lo firmarono e lo hanno dimostrato con una similitudine curiosa; paragonando cioè il loro partito al galantuomo assalito da furfanti: il galantuomo consegna la pelliccia salvo l'indomani a far arrestare e fucilare i furfanti stessi!
      Non è vero onorevole Ferri che quelle giornate di Roma siano la conseguenza della denunzia del trattato di pacificazione. Non è vero. Non è vero dal punto di vista cronologico perché il trattato di pacificazione è stato formalmente denunziato all'indomani delle giornate di Roma.
      Ma a proposito di queste giornate bisogna dire qui una parola di obbiettiva sincerità. Io riconosco subito che il fascismo nelle sue masse nelle sue masse profonde non era preparato politicamente a conquistare le simpatie di Roma e non era preparato nemmeno moralmente. (Commenti rumori).
      È ridicolo e significa dar prova d'incomprensione dei fenomeni storici attribuire al fascismo italiano una specie di profanazione della storia e della gloria della capitale.
      Noi fascisti unici fra tutti i partiti italiani abbiamo scelto giornata di festa il 21 aprile annuale della fondazione di Roma; noi per tutta la nostra forma mentis per tutto il nostro stile siamo degli esaltatori di tutto ciò che è romano. Non voglio qui esaltare Roma perché poeti filosofi pensatori prima di me e in modo magnifico lo hanno fatto; ma noi fascisti non possiamo dimenticare che Roma questo piccolo territorio è stato una volta il centro il cervello il cuore dell'impero; non possiamo dimenticare nemmeno che a Roma su questo breve spazio di suolo si è realizzato uno dei miracoli religiosi della storia per cui una idea che avrebbe dovuto distruggere la grande forza di Roma è stata da Roma assimilata e convertita in dottrina della sua grandezza.

(segue...)