(segue) Per la vera pacificazione
(1 dicembre 1921)
[Inizio scritto]
Per tutto questo noi
senza
contare le nostre reminiscenze letterarie
senza contare Carducci e
d'Annunzio
noi siamo degli ammiratori
degli esaltatori di Roma
ed
io in particolar modo insorgo e protesto contro certe manie
provinciali
perché la storia è stata sempre fatta
dalle grandi città. Può qualche volta la storia finire
in un piccolo villaggio
ma è concesso soltanto alle grandi
agglomerazioni umane
alle grandi città
di determinare gli
eventi capitali della storia.
C'è stato un fenomeno di
incomprensione tra i fascisti e la popolazione romana e sono così
sincero da ammettere che la simbologia fascista
pittoresca
se si
vuole (commenti a sinistra)
ma ricordante troppo da vicino i simboli
della fase estrema della guerra
abbia
urtato una popolazione come
quella di Roma
che è fondamentalmente edonistica
cioè
portata a vivere tranquillamente la propria giornata
con una
psicologia speciale
dovuta al fatto che sulle mura di Roma si sono
abbattute orde e civiltà di tutti i tempi.
I fascisti credevano che il
popolo di Roma fosse loro contrario; viceversa il popolo romano
credeva che i fascisti fossero venuti a Roma per fare chi sa quale
mai fantastica spedizione punitiva.
Io ricordo che nel discorso
dell'Augusteo dissi ai fascisti parole durissime
come forse non ne
poteva dire nemmeno un socialista; dissi che era eccessivo il saluto
ai gagliardetti; ma vi faccio considerare che le fedi che sorgono
sono necessariamente intransigenti
mentre sono transigentissime le
fedi che declinano e muoiono. (Approvazioni a destra).
Ed anche a proposito
dell'Augusteo pareva che esso fosse stato schiantato dalle
fondamenta. I danni
verificati minuziosamente
si riducono a 18.000
lire
e
quando voi considerate le condizioni eccezionali del
momento
non sono eccessivi.
Sono così obiettivo da
riconoscere che l'atteggiamento del Governo in quell'occasione può
essere giustificato fino al giovedì sera. Il Governo
tollerando lo sciopero generale non poté infierire sui
fascisti e viceversa
ma il giovedì sera la situazione era
mutata. Giovedì sera partirono i primi cinquecento operai
fascisti del grossetano. Il Governo ha portato per quattro giorni
sulle sue braccia uno sciopero generale
che doveva essere
fronteggiato fin dal giovedì sera
e solo domenica mattina e
lunedì mattina si è ricordato che esiste un famoso
articolo 56 che era applicabile ai ferrovieri scioperanti.
(segue...)
|