(segue) Per la vera pacificazione
(1 dicembre 1921)
[Inizio scritto]
Il Governo dell'onorevole Bonomi
poteva appoggiarsi all'una delle frazioni per distruggere l'altra:
non ha scelto questo secondo sistema
e ha preferito invece di
vivacchiare alla giornata
di dare ragione un po' a tutti
di credere
che una crisi politica così profonda come quella che ci
travaglia possa essere risoluta attraverso a semplici
difformi ed
incoerenti misure di polizia.
Ammessa dunque l'esistenza di
una crisi che non si è aggravata
ma non segna nemmeno un
accorciamento del nostro periodo di convalescenza
la soluzione quale
può essere?
Io qui comincio a parlare più
da spettatore che da attore. Ci potrebbe essere una soluzione
extra-parlamentare
un Gabinetto di funzionari e di tecnici
l'aggiornamento della Camera
la dittatura militare. (Vivaci commenti
all'estrema sinistra).
Io non mi sono mai lasciato
convincere da queste sirene
non ho mai creduto a queste suggestioni
anche se venivano da generali a spasso che credono di avere la
ricetta specifica con cui si salva il mondo; ed anche perché
la carta della dittatura è una carta grossa che si giuoca una
volta sola
che impone dei rischi terribili
e
giuocata una volta
non si giuoca più.
C'è un'altra soluzione:
l'appello al Paese
le nuove elezioni generali. (Si ride
commenti).
Io so che voi siete sicuri del
vostro corpo elettorale
ma non credo di andare errato dicendo che la
sola eventualità
lanciata così a scopo di polemica
di
nuove elezioni
vi dà un leggiero brivido lungo il filo della
schiena. (Commenti
interruzioni all'estrema sinistra). Si
tratterebbe dunque di provare con un terzo esperimento che il
suffragio universale
integrato dal sistema proporzionale con
scrutinio di lista
non può dare Governo diverso dall'attuale
che cioè non può essere possibile un Governo di
partito
ma s'impone un Governo di coalizione. Escluse queste
eventualità
occorre vedere se il crogiuolo di Montecitorio
offra possibilità nuove.
(segue...)
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