(segue) Per la vera pacificazione
(1 dicembre 1921)
[Inizio scritto]
Vi dico subito che non c'è
nulla nel paese che denoti la volontà in questo momento
di
crisi ministeriale. (Commenti). Il Paese nei suoi strati profondi
nelle sue moltitudini laboriose
quelle che infine formano la base
della Nazione
è stanco
ha bisogno di quiete e tranquillità.
(Commenti).
Questa Camera può
prendere una iniziativa del genere? Prima di tutto con quali uomini?
Si fa il nome dell'onorevole
Nitti. Noi siamo avversari tenacissimi di quest'uomo. Siamo contrari
a tutta la sua politica e soprattutto ad una sua mentalità che
lo induce a misurare tutto il complesso fenomeno della storia umana
sotto la specie del lato economista. (Commenti). Nitti dunque è
da escludere in questo momento. D'altra parte
dopo le sassate che
l'onorevole Labriola tirò nella piccionaia della democrazia
unitaria
ci si domanda se questa non dovrà avere un primo
esodo degli elementi nittiani
perché l'uomo che l'onorevole
Labriola voleva colpire era l'onorevole Nitti.
L'onorevole Giolitti? Verso
questo statista convergono sempre delle grandi simpatie. Del resto la
storia è una successione di posizioni logiche e sentimentali;
non si rimane sempre fissi nell'eterno amore o nell'eterno rancore.
La vita è un continuo riconquistarsi. Gli amici di ieri
diventano i nemici del domani e viceversa: questa è la vita.
(Commenti). E voi dovete pensare al portato del relativismo o delle
teorie di moda. Ciò è vero anche prescindendo da
Einstein
che è un'intelligenza superiore.
Non è mia volontà
parlare dell'onorevole De Nicola. Quest'uomo
piacendo a tutti
corre
il rischio di dispiacere a tutti domani. (Ilarità
commenti).
La situazione politica non è
veramente cambiata. Si aspettavano i congressi dei grandi partiti e
ci sono stati. La situazione poteva esser data da un atteggiamento
transigente di collaborazione del partito socialista; ha trionfato
invece la tesi della intransigenza
sia pure formale.
(segue...)
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