(segue) Vincolo di sangue
(20 gennaio 1922)
[Inizio scritto]
Questo è il monito
questo
anzi
è il comandamento che sale dalle fosse dei
nostri innumerevoli Morti. C'è qualcuno in Italia che ad ogni
episodio clamoroso della storia fascista pregusta la soddisfazione
del nostro sfacelo. Le occasioni sono passate. È passata la
polemica sulla tendenzialità repubblicana — in Italia
sia detto fra parentesi
finché ci saranno repubblicani del
calibro degli attuali
la Monarchia continuerà a guadagnare
proseliti e partigiani — è passata la crisi — che
fu a nostro avviso la più grave — delle giornate di
Roma; è passata la crisi della costituzione formale e
programmatica del partito. Che questa ripresa sporadica della
barbarie social-comunista possa anche lontanamente incrinare la
compagine del Fascismo
è assurdo
anche nella sola ipotesi.
Il vero è nel contrario.
La realtà è
che
al disopra delle tessere
degli statuti
dei regolamenti
dei
programmi
al disopra dei simboli e delle parole
al disopra della
teoria e della pratica
al disopra dell'ideale e della politica
un
cemento formidabile tiene legate le falangi fasciste; un vincolo
sacro infrangibile tiene serrati i fedeli del Littorio: il cemento
il vincolo sacro dei nostri Morti. Sono centinaia. Adolescenti
giovinetti
uomini maturi. Nessun partito d'Italia
nessun movimento
nella storia recente italiana può essere confrontato al
Fascismo; nessun ideale è stato come quello fascista
consacrato dal sangue di tanti giovinetti. Se il Fascismo non fosse
una fede
come darebbe lo stoicismo e il coraggio ai suoi gregari?
Solo una fede
che ha raggiunto le altitudini religiose
solo una
fede può suggerire le parole uscite dalle labbra ormai esangui
di Federico Florio. Esse sono un documento. Esse sono un testamento.
Sono semplici e gravi come un versetto del Vangelo. I fascisti di
tutta Italia le raccolgano e le meditino
in silenzio
continuando a
camminare
sempre più risoluti
verso la meta. Nessun ostacolo
ci fermerà.
(segue...)
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