(segue) Il dramma di Cannes
(25 gennaio 1922)
[Inizio scritto]


      III.
      In questa necessità è la tragedia della Francia. Da una parte sta l'ossessione della Germania vinta ma per troppi segni non doma. Sono passati appena trenta mesi dalla firma del Trattato di Versaglia — 28 giugno 1919 — e la Germania ha già superato la sua crisi sociale. Le sue forze profonde — borghesia tecnica luteranesimo università gemer schaften o sindacalismo operaio — hanno frantumato tutti i tentativi comunisti. Il «puccismo» di sinistra sembra ormai liquidato: un vivo Paolo Lewi lo ha smantellato e dalla tomba una morta Rosa Luxembourg lo ha condannato. Il bolscevismo tedesco si è frantumato in una mezza dozzina di congreghe rivali una delle quali però si stacca dalle altre per il suo programma di nazionalismo ad oltranza e di rivincita.
      Il «puccismo» di destra dopo il tentativo Kappista è moralmente scosso. La repubblica non è e non può essere popolare in Germania — salvo tra gli ambienti ebraici che hanno dato al Reich repubblicano fior di finanzieri ed ambasciatori — poiché repubblica e disfatta sono nella mentalità tedesca momenti dello stesso «entwiklung» storico (l'idea di sviluppo dice in qualche luogo Nietzsche è peculiare dello spirito tedesco) ma la repubblica viene per il momento accettata passivamente come una specie di «ersats». Sembra che fra i tedeschi sia corsa una specie di parola d'ordine: prima rimettiamoci economicamente in piedi e poi risolveremo il problema politico. Il Kaiser intanto col suo riserbo non si gioca nel ridicolo la reputazione come ha fatto a più riprese quello sventato di Carlo. Dal punto di vista industriale la Germania sta riprendendo su vasta scala come documentano questi dati. Dal gennaio 1921 408 nuove società industriali si sono formate in Germania con capitale di quasi due miliardi di marchi.
      Nel The Times Trades Supplement del 17 dicembre 1921 riportato da Echi e Commenti c'è questa sintesi della situazione industriale tedesca:

(segue...)