(segue) Il dramma di Cannes
(25 gennaio 1922)
[Inizio scritto]


      VI.
      La caduta di Briand e l'avvento di Poincaré — uno dei critici del Trattato di Versaglia perché lo trova ancora insufficientemente severo — hanno questo significato: la Francia vuole uscire dalla morsa in cui è tenuta perpetuamente dall'ossessione germanica e dal ricatto inglese. Forse nemmeno coi tedeschi sotto le mura di Parigi la Francia attraversò un momento così delicato. Rinunciare alla Conferenza di Genova significa isolarsi moralmente e materialmente dal continente europeo significa fare «moralmente» il gioco della Germania. Andare a Genova significa incontrarsi coi tedeschi a condizioni di parità dopo di che non è più il caso di parlare di sanzioni sulla base di ulteriori occupazioni di territorio come il bacino della Ruhr. Andare a Genova significa riconoscere ufficialmente il governo di quei soviety che non più tardi di ieri hanno acclamato a membri d'onore Marty e Badina condannati dai tribunali francesi per gli ammutinamenti del Mar Nero e diventati segnacoli in vessillo dell'estremismo francese. Per quale varco riuscirà la Francia a superare questa paurosa situazione? Gli avvenimenti delle prossime settimane daranno la risposta. Intanto dal punto di vista morale la situazione della Francia peggiora quotidianamente. La memoria degli uomini è labile. Pochi sono pronti a ricordare che la Francia è stata due volte invasa dai tedeschi. Pochi sono pronti a riconoscere che un terzo tentativo è ancora fra le possibilità del futuro. Nell'universale miseria nell'universale spasimo degli europei di uscire da questo periodo d'incertezza la Francia viene giudicata come l'unico fattore che turba il riassetto europeo l'unica Nazione militarista del mondo. Nessuno pensa che andato a pezzi il Trattato di Versaglia la Francia non può contare che sui suoi cannoni. Tutti — per la necessità o per la fede — sono proclivi a credere nelle ideologie pan-europee di Lloyd George. Certo è che queste ideologie rispondono a un «dato» sempre più diffuso nella coscienza europea. I casi sono due: rimettersi in piedi e appena cicatrizzate le ferite ancora aperte dalla carneficina senza precedenti ricominciare? O rimettersi in piedi per lavorare in comune in qualità soprattutto di europei? Il mondo inglese obbedisce a una concezione piuttosto ottimista dell'avvenire europeo; il mondo francese a una concezione piuttosto pessimista. La Germania di domani popolata e prolifica carica di rancori e agitata dai vecchi sogni d'imperio non mai dileguati la Germania di domani metropoli della Russia di cui ha già iniziato la colonizzazione sarà pacifica come presume Lloyd George? Si adatterà a vivere da uguale a uguale in quel concerto europeo che traspare come meta ultima da raggiungere attraverso tutte le manifestazioni oratorie di Lloyd George? Non sarebbe infinitamente tragico che — attraverso i piani di ricostruzione europea — la Francia vittoriosa andasse al soccorso della Germania disfatta per meglio permetterle di accelerare l'ora della riscossa? D'altra parte l'impoverimento progressivo di grandi masse di europei — aggiunto alla crisi generale degli spiriti può provocare l'inizio di nuovi movimenti sociali movimenti di disperazione — il cui epilogo sarebbe la rovina generale quindi anche la rovina francese.

(segue...)