(segue) La mozione Celli
(17 febbraio 1922)
[Inizio scritto]

      «di mettere le classi lavoratrici in grado di assumere sempre più elevata partecipazione e responsabilità nell'andamento delle aziende ed in grado di concorrere con le proprie rappresentanze allo sviluppo della legislazione del lavoro;
      «ritenuto essere la inscindibile unità dei problemi economici dell'Europa assoluta premessa alla sistemazione della vita di tutte le Nazioni ora tormentate e depresse da intransigenti egoismi e da crudeli spogliazioni;
      «approva le dichiarazioni del Governo e passa all'ordine del giorno».
      Bisogna poi tener presente che l'on. Cavazzoni popolare aveva chiesto che le destre si pronunciassero con tre distinte dichiarazioni di voto corrispondenti ai tre gruppi di destra: fascista nazionalista liberale. In seguito a questa richiesta Mussolini prese la parola per il suo gruppo:

      Onorevoli colleghi io non so se al termine di questa giornata si possa realmente dire con coscienza tranquilla che le situazioni politiche siano perfettamente chiarite. Ma dal momento che l'onorevole Cavazzoni mi ha quasi personalmente chiamato in causa mi sono deciso a prendere la parola per contribuire a chiarire questa situazione per vedere se è possibile di chiarirla per esaminare se sia possibile non di dare un Ministero alla nazione ma un Governo.
      Evidentemente l'onorevole Modigliani afferma sempre più in modo brillante le sue attitudini di stratega del gruppo parlamentare socialista. Siete arrivati all'astensionismo: siete già sulla via della perdizione! (Ilarità).
      Ma io richiamo i democratici e i popolari a valutare nella sua concretezza l'apporto collaborazionista del gruppo parlamentare socialista. Non vi porto centoventidue astensioni perché in quel gruppo fanno capo a Maffì Velia ed altri una quarantina che io chiamo — senza intenzione di offendere — selvaggi i quali sono ancora fermi nella posizione della vecchia intransigenza più o meno elettorale e non seguirebbero io credo l'altra parte del gruppo sulla strada del collaborazionismo.

(segue...)