(segue) La mozione Celli
(17 febbraio 1922)
[Inizio scritto]

      Noi dichiariamo — e parlo in nome di tutti i gruppi della destra — che voteremo questa prima parte dell'ordine del giorno. (Commenti).
      Respingiamo invece la seconda parte dell'ordine del giorno non tanto per quello che dice quanto per ciò che può non dire o sottintendere. Voi sapete che il fascismo già da tre anni ha nel suo programma la costituzione dei Consigli tecnici nazionali; ragione per cui noi non ci opponiamo al secondo capoverso di questa parte dell'ordine del giorno cioè non ci opponiamo a che le rappresentanze dirette del lavoro facciano sentire la loro voce nei consessi del lavoro.
      La terza parte dell'ordine del giorno è assai vaga. Qui si rivela veramente la mentalità del riformista Celli e dei riformisti in genere. Noi non abbiamo difficoltà di votare anche questa terza parte dell'ordine del giorno perché là dove si parla di «nazioni depresse da intransigenti egoismi e da crudeli sperequazioni» noi comprendiamo in primo luogo la nazione italiana. (Applausi a destra). Ecco perché noi fascisti non ci facciamo illusioni soverchie sui risultati della Conferenza di Genova.
      Io non avevo mai assistito a Conferenze internazionali; ma mi è bastata l'esperienza di Cannes per diventare assai scettico sui risultati di queste accademie. Si tratta di vedere con quali mezzi attraverso quali sistemi si può arrivare a ricostruire economicamente l'Europa. Ad ogni modo il Governo che verrà dovrà tener conto che una delle nazioni che soffre di più per queste sperequazioni è l'Italia e per le materie prime e per i cambi.
      E anche per le conseguenze politiche di una pace che come quella di Rapallo non ci poteva e non ci doveva accontentare.
      Dopo di che io vi dico tranquillamente che dal punto di vista degli interessi della Nazione un esperimento collaborazionista mi atterrisce perché il socialismo dovrebbe largheggiare con la famiglia innumerevole dei suoi clienti; ma quando le casse sono vuote e l'erario è esausto non si può largheggiare se non facendo funzionare la rotativa dei biglietti con l'accrescere quindi la circolazione monetaria e la miseria generale. (Approvazioni a destra interruzioni a sinistra). Ma dal punto di vista dell'interesse del mio partito io non tre vorrei vedere di ministri socialisti in quei banchi ma cinque perché il giorno in cui voi sarete là non potrete mantenere nessuna delle vostre mirabolanti promesse. (Approvazioni a destra interruzioni all'estrema sinistra). E mentre voi fallirete a questo compito avrete alla vostra sinistra i comunisti e gli anarchici i quali approfitteranno largamente del vostro esperimento collaborazionista. Non ritornerete in 122 alla Camera (interruzioni e rumori all'estrema sinistra) se avrete il coraggio di spingere il vostro astensionismo fino alla partecipazione diretta al potere. (Interruzioni e rumori all'estrema sinistra).

(segue...)