(segue) Maschere e volto della Germania
(25 marzo 1922)
[Inizio scritto]
Il capitalismo in Germania è
— economicamente e politicamente — nelle stesse posizioni
di prima della guerra
forse migliorate. Ebert è un pover'uomo
a paragone di Stinnes. I social-democratici e simili pretendevano ad
esempio
una parziale confisca del capitale. Stinnes ha vinto
sostituendo alla confisca
un prestito forzoso di un milione di
marchi oro
e ponendo condizioni categoriche
come il ritorno delle
ferrovie e delle poste all'industria privata.
Ho domandato a parecchi uomini
di tutti i partiti: ci sono
nel momento attuale
in Germania
centomila uomini pronti a morire per la repubblica? Unanime risposta
negativa. La stessa unanimità nell'affermare
invece
che c'è
in Germania
mezzo milione di uomini pronti a morire per la
monarchia. Mi diceva Teodoro Wolff
uno dei pochi giornalisti
veramente democratici di Berlino — egli è stato
fra
l'altro tredici anni a Parigi — che a poco a poco
dopo la
repubblica
verranno i repubblicani. «Nous etions douze
republicains à Paris
en 1789»
diceva Desmoulins
e
dopo appena tre anni l'ultimo rappresentante di una gloriosa e
secolare dinastia lasciava la testa sulla ghigliottina. Io comincio
col mettere in dubbio che ci siano dodici repubblicani a Berlino; ad
ogni modo è certo che non si fa nulla per dare i repubblicani
alla repubblica. Questa appare come una parola priva di contenuto. Il
crollo dell'impero ha creato un vuoto nell'anima tedesca. La
repubblica non l'ha riempito. Berlino è una città
imperiale
il suo decor è troppo fastoso
per una repubblica
di piccoli borghesi presieduta da un sellaio. Berlino anela
segretamente a ritornare lo scintillante palcoscenico di un impero.
C'è una tragedia delle cose
che si adegua alla tragedia degli
spiriti. Malgrado la repubblica e
forse
in conseguenza della
repubblica
tutto il mondo germanico volge a destra con moto uniforme
e progressivo. A sinistra non c'è più nessuno. Gli
estremisti si sfaldano all'infinito; il grosso della
social-democrazia è parte integrante della coalizione
borghese. Ogni elezione
indica i progressi di questo orientamento a
destra. La Baviera è di già di fatto monarchica.
Berlino stessa
la città più rossa dell'Impero
ha dato
la maggioranza — nelle elezioni comunali ai partiti borghesi.
Nei piccoli centri delle campagne
la repubblica non è mai
arrivata. La repubblica
come ideale
come passione
come avvenire
non ha mai scaldato l'animo torbido e inquieto del Michele tedesco.
Perché non si celebrano le esequie formali di una istituzione
già morta negli spiriti? Per ragioni di politica estera. Per
un residuo di calcolato pudore dinanzi agli occhi del mondo.
(segue...)
|