(segue) Stato, anti-Stato e Fascismo
(25 giugno 1922)
[Inizio scritto]

      La decadenza delle gerarchie significa la decadenza degli Stati. Quando la gerarchia militare dal sommo all'infimo grado ha perduto le sue virtù è la disfatta. Quando la gerarchia dei tributi rapina e divora l'erario senza scrupoli lo Stato barcolla. Quando la gerarchia dei politici vive giorno per giorno e non ha più la forza morale di perseguire scopi lontani né di piegare le masse al raggiungimento di questi scopi lo Stato viene a trovarsi di fronte a questo dilemma: o si dissolve dietro l'urto di un altro Stato o attraverso la rivoluzione sostituisce o rinsangua le gerarchie decadenti o insufficienti.
      La storia degli Stati dal tramonto dell'Impero romano al crollo della Dinastia Capetingia al declinare malinconico della Repubblica veneta è tutta un nascere crescere morire di gerarchie.

      III.
      Il Fascismo vuole lo Stato. Esso non crede alla possibilità di una convivenza sociale che non sia inquadrata nello Stato. Solo gli anarchici — più ottimismi di Gian Giacomo Rousseau — pensano che le società umane — così torbide così opache così egoiste — possano vivere in istato di assoluta libertà. L'avvento di una umanità composta di «libere comunità liberamente associate» secondo la formula anarchica dev'essere regolata nel cielo delle più futuriste utopie. Siamo dunque anti-anarchici perché non crediamo a possibilità di convivenza umana che non si estrinsichi in uno Stato. Né ci seduce anzi respingiamo la formula socialista dello Stato che da «comitato d'affari» della classe dirigente dovrebbe trasformarsi nella semplice «amministrazione delle cose»: una specie di enorme «ragioneria» pubblica. Tutto ciò è incerto ed assurdo. L'amministrazione delle cose è una frase priva di senso quando voglia significare la negazione dello Stato. In realtà chi amministra governa e chi governa è Stato con tutti gli annessi e connessi. L'esempio russo è là a dimostrare che «la amministrazione delle cose» provoca la creazione di uno Stato anzi di un super-Stato che aggiunge alle vecchie funzioni di tutti gli Stati — guerra e pace polizia giustizia esazione dei tributi scuole etc. — funzioni di ordine economico. Il Fascismo non nega lo Stato; afferma che una società civica nazionale o imperiale non può essere pensata che sotto la specie di Stato; non va dunque contro l'idea di Stato ma si riserva libertà di atteggiamento di fronte a quel particolare Stato che è lo Stato italiano. Ciò è un suo diritto. Ciò è un suo dovere. Si tratta ora di esaminare quali rapporti esistano fra lo Stato in atto che è lo Stato d'oggi e lo Stato in potenza e in divenire che è il Fascismo.

(segue...)