(segue) Stato, anti-Stato e Fascismo
(25 giugno 1922)
[Inizio scritto]

      Nell'ordine politico lo Stato attuale italiano è in contrasto con lo spirito animatore del Fascismo. Lo Stato italiano più che rivendicare altamente e duramente la sua autorità la mendica dalle parti opposte. Lo Stato italiano ha delle gerarchie ma sono insufficienti. Servono senz'anima. La più delicata di esse la magistratura è in rivolta contro lo Stato. Fermenti di malcontento e di sdegno serpeggiano nelle altre gerarchie: da quella dell'esercito a quella delle scuole. La crisi delle gerarchie è la crisi dello Stato. Rinfrancare o sostituire o falcidiare le gerarchie: ecco il compito a cui non sembra più idoneo l'idropico ed elefantiaco Stato italiano. Ecco il compito della Rivoluzione fascista la quale potrà effettuarsi tanto sui binari di una lenta saturazione legale come attraverso l'insurrezione armata per cui il Fascismo saggiamente ha provveduto attrezzandosi per entrambe le eventualità.
      Nell'ordine morale la distanza fra lo Stato attuale italiano e il Fascismo è grandissima.
      Il Fascismo non può accettare la concezione rollandesca di uno Stato che è moralmente al di sopra della mischia. Come può lo Stato potenziale fascista sposare totalmente la causa dello Stato attuale liberale se questo respinge i fascisti sulla linea dell'anti-Stato sovversivo pur sapendo — anche dall'esperienza — che quando si delinea l'attacco dell'anti-Stato sovversivo il Fascismo si inette a fianco dello Stato liberale? Come è possibile di rimanere neutrali fra chi vi minaccia e chi vi difende sia pure per evitare il peggio? Com'è possibile di non distinguere fra chi nega lo Stato e chi lo afferma? Non è chiaro che è tattica suicida quella di uno Stato che in luogo di utilizzare le forze di affermazione dello Stato le tratta alla stessa stregua delle forze di negazione?
      Noi non chiediamo — si noti — quei favoreggiamenti che si potrebbero chiamare di ordine giuridico o politico chiediamo un semplice riconoscimento d'ordine morale che non metta sullo stesso piano il partito che esalta la diserzione e quello che — invece — esalta il sacrificio per la Patria.

(segue...)