(segue) Il discorso di Udine
(20 settembre 1922)
[Inizio scritto]
Ci si parla del fenomeno
dell'autonomismo fascista: dico ai fascisti ed ai cittadini che
questo autonomismo non ha nessuna importanza. Non è un
autonomismo di idee o di tendenze. Tendenze non conosce il Fascismo.
Le tendenze sono il triste privilegio dei vecchi partiti che sono
associazioni comiziali diffuse in tutti i paesi e che non avendo
niente da fare e da dire
finiscono per imitare quei sordidi
sacerdoti dell'Oriente che discutevano su tutte le questioni del
mondo mentre Bisanzio periva. Gli scarsi
sporadici tentativi di
autonomia fascista o sono liquidati o sono in via di liquidazione
perché rappresentano soltanto delle rivalse di indole
personale.
Veniamo ad un altro argomento:
la disciplina. Io sono per la rigida disciplina. Dobbiamo imporre a
noi stessi la più ferrea disciplina
perché altrimenti
non avremo il diritto di imporla alla Nazione. Ed è solo
attraverso la disciplina della Nazione che l'Italia potrà
farsi sentire nel consesso delle altre nazioni. La disciplina deve
essere accettata. Quando non è accettata
deve essere imposta.
Noi respingiamo il dogma democratico che si debba procedere
eternamente per sermoni
per prediche e predicozzi di natura più
o meno liberale. Ad un dato momento bisogna che la disciplina si
esprima
nella forma
sotto l'aspetto di un atto di forza e di
imperio. Esigo
quindi
e non parlo ai militi della regione friulana
che sono — lasciatemelo dire — perfetti per sobrietà
e compostezza
austerità e serietà di vita
ma parlo
per i fascisti di tutta Italia
i quali se un dogma debbono avere
questo deve portare un solo chiaro nome: disciplina! Solo obbedendo
solo avendo l'orgoglio umile ma sacro di obbedire si conquista poi il
diritto di comandare. Quando il travaglio sia avvenuto nel vostro
spirito
potete imporlo agli altri. Prima
no. Di questo debbono
rendersi ben conto i fascisti di tutta Italia. Non debbono
interpretare la disciplina come un richiamo di ordine amministrativo
o come un timore dei capi che possono paventare l'ammutinamento di un
gregge. Questo no
perché noi non siamo capi come tutti gli
altri
e le nostre forze non possono portare affatto il nome di
gregge. Noi siamo una milizia
ma appunto perché ci siamo data
questa speciale costituzione dobbiamo fare della disciplina il
cardine supremo della nostra vita e della nostra azione.
(segue...)
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