(segue) Il problema dell'emigrazione
(2 aprile 1923)
[Inizio scritto]

      Il mio Governo abolisce i campanili perché gli italiani non vedano che l'immagine augusta della Patria. Questa è l'opera alla quale il mio Governo attende con tutta la sua passione e con un senso religioso e di fede. Io sono ottimista, o signori, sui destini d'Italia! Sono ottimista non per un semplice atto di volontà, perché la volontà è una forza grande nella vita degli individui e nella vita dei popoli. Bisogna volere, fortemente volere! Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo. Dobbiamo essere pronti a tutti i sacrifici.
      Raccogliamoci adunque in un momento di meditazione dopo questa rapida corsa nel passato. Noi amiamo proiettare la nostra volontà orgogliosa del nostro tempo verso l'avvenire. Questa gioventù italiana aspra, intrepida, irrequieta, ma fortissima, è per me la certissima garanzia che l'Italia marcia verso un avvenire di libertà, di prosperità e di grandezza. Raccogliamoci in questa visione: tendiamo tutti i nostri nervi e tutta la nostra passione verso questo futuro che ci attende e gridiamo con religioso fervore: Viva l'Italia!