(segue) Al popolo di Cagliari
(12 giugno 1923)
[Inizio scritto]

      Cittadini di Cagliari, certamente dovrete ancora essere partecipi di questo grande dramma. Certamente voi volete vivere la vita della nostra grande collettività nazionale; di questa nostra adorabile Italia, di questa bellissima madre che è il nostro sogno, la nostra speranza, la nostra fede, la nostra certezza. Perché passano gli uomini, forse anche i Governi, ma la Nazione, l'Italia, vive e non morirà mai.
      Parto domani da questa vostra Isola con una certezza. Questa. Ho visitato oggi gli impianti del Tirso, che non sono soltanto un privilegio della Sardegna, ma sono un capolavoro che può inorgoglire tutta la Nazione. Sento quasi per intuizione dello spirito, sento che anche la Sardegna oggi marcia al passo con tutte le altre regioni sorelle. Salutiamoci dunque, o cittadini. Dopo questo mio discorso, che ha voluto essere un atto di devozione ed una specie di comunione fra il mio ed il vostro spirito, salutiamoci gridando: Viva il Re! Viva l'Italia! Viva il Fascismo!